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Concussione all'università, chiedeva favore sessuali alla studentessa: 'ero infatuato'

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Luca Sgarbi, docente di giurisprudenza all'Università di Torino, e accusato di concussione da una sua tesista alla quale ha chiesto favori sessuali, cerca di difendersi affermando che si trattava solo di infatuazione.

Ultimamente si parla molto del fatto che le donne che subiscono molestie sessuali debbano denunciare subito, o quanto prima, il reato subito. C’è una ragazza, studentessa 22enne di giurisprudenza all’Università di Torino, che ha avuto la forza ed il coraggio di denunciare. Sicuramente non tutte lo avrebbero fatto, perché il baratto proposto era comunque ‘succulento’: in cambio di favori sessuali, il suo relatore Luca Sgarbi l’avrebbe laureata con la lode. Adesso il docente è accusato di concussione, e si sta difendendo in tribunale.

Concussione all’università

Il fatto risale allo scorso anno. L’11 novembre 2016 Luca Sgarbi è stato arrestato ed accusato di concussione dopo la denuncia di una ragazza, che aveva deciso di fare con lui la tesi di laurea. La studentessa aveva denunciato il suo professore e relatore di tesi perché turbata dal tenore dei messaggi in chat che Sgarbi le aveva mandato durante l’estate, poco prima della discussione. A Luca Sgarbi è stata poi mossa pure l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Infatti, sono stati trovati sul suo computer dei video compromettenti.

La ragazza lo aveva denunciato prima al garante, ed in seguito in procura. Non sarebbe l’unica, secondo l’accusa. Ad aver subito un approccio per niente consono dal professore ci sarebbero altre ragazze che avrebbero ricevuto strane attenzioni. Ciò è segno di un atteggiamento un po’ troppo disinvolto da parte del docente. Ma sembrerebbe comunque essere la sola vittima di un comportamento illecito. “Il professor Sgarbi non ha mai inteso detenere materiale pedopornografico – commentano i suoi legali – quel che è stato rinvenuto nel suo computer può essere stato scaricato involontariamente”.

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La difesa del professore

Oggi, al Tribunale di Torino, Luca Sgarbi ha cercato di far luce sul proprio stato d’anino nel periodo incriminato, giustificandosi assistito dall’avvocato Mario Rocco. Il legale ha poi riassunto così l’interrogatorio: “Ha spiegato che si è trattato di una infatuazione peraltro avvenuta in un periodo della sua vita segnato da disagio psicologico e dall’utilizzo di sostanze stupefacenti. Ha respinto ogni addebito ribadendo il suo profilo di professore universitario”. Lo stesso professore, infatti, era stato arrestato anche dopo essere stato scoperto mentre comprava cocaina nei pressi dell’Università di Torino.

L’avvocato Mario Rocco, poi sottolinea fortemente che questo è l’unico caso contestato all’imputato. Quindi, la serialità del docente di giurisprudenza è da escludere nella sua totalità. Su queste attenuanti, Luca Sgarbi spera di uscirne con la pena minore possibile. Poi Mario Rocco fa luce sui file pedopornografici trovati nel suo computer. L’imputato avrebbe spiegato di averli scaricati per sbaglio senza volerlo. Il prossimo 6 novembre è prevista la requisitoria del pm Gianfranco Colace. Il 9 novembre le arringhe dei difensori e la sentenza.