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Consultazioni nuovo governo al via: qual è la situazione politica attuale

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Iniziate ieri le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Il quadro politico è teso: ecco qual è la situazione attuale in Italia. Da ieri al via le consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrà cercare qualcuno cui affidare ...

Iniziate ieri le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Il quadro politico è teso: ecco qual è la situazione attuale in Italia.

Da ieri al via le consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrà cercare qualcuno cui affidare il ruolo di premier. Ecco qual è la situazione politica al momento in Italia.

I risultati delle ultime consultazioni

Partiamo dalle ultime elezioni politiche. Era il 2013 e il risultato delle urne fotografava un Paese diviso in sostanza in tre blocchi. La coalizione di centro sinistra guidata dal Partito Democratico con l’allora leader Pierluigi Bersani arrivò al 29,55%. Il centro destra, con, fra gli altri, Popolo della Libertà, Lega e Fratelli d’Italia, arrivò invece al 29,18%. Il Movimento 5 Stelle totalizzò il 25,56% e, infine, la coalizione guidata da Mario Monti (Scelta Civica e Unione di Centro) arrivò al 10,56%.

Dall’ultimo referendum è invece uscita una spartizione netta con un 40% di voti a favore della riforma del governo Renzi e un 60% di voti contrari. Un risultato importante, che a molti ha ricordato quello delle Europee del 2014.

I due risultati, insieme a quelli dei vari sondaggi politici più aggiornati, dovrebbero essere sovrapposti in maniera da cercare di individuare quale potrebbe essere il quadro attuale più probabile.

Quali sono i partiti con il maggiore consenso

In molti danno per assodato che i due partiti con più elettori siano il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo, in particolare, sembra essere quello con il tasso di crescita più marcato. In crescita è apparsa anche la Lega, da alcuni commentatori indicata come l’unico alleato possibile della formazione guidata da Beppe Grillo.

La questione delle possibili alleanze diverrebbe di primaria importanza qualora si tornasse al voto con un sistema proporzionale (è sufficiente che la Corte Costituzionale giudichi inammissibile il premio di maggioranza previsto dell’Italicum).

Cosa potrebbe fare il nuovo governo

Il Pd, pur dopo la caduta del governo Renzi, può tuttora contare su una maggioranza stabile alla Camera (344 seggi su 630, circa il 55%), mentre al Senato vive una situazione più delicata. E’ probabile che il nome del nuovo premier esca ancora dalle file della coalizione di centro sinistra, anche se molto dipenderà da quale sarà l’incarico del nuovo governo: se si tratterà di gestire a livello ordinario fino alla data delle elezioni, la situazione potrebbe risolversi in breve, se invece si tratterà di un governo che dovrà occuparsi di definire la nuova legge elettorale, il discorso potrebbe essere molto diverso.

La nuova legge elettorale

Perché definire una nuova legge elettorale è così importante? Dalle elezioni del 2013 è uscita vincitrice la coalizione di centro sinistra, ma, in virtù delle regole allora in vigore, tale coalizione ha potuto conquistare un numero di seggi tale da avere la maggioranza solo alla Camera e non al Senato. Votando oggi – cioè il prossimo febbraio, a quanto pare – con le stesse regole, non c’è ragione di pensare che il quadro politico possa essere cambiato in modo radicale negli ultimi tre anni, perciò il risultato sarebbe ancora, in sintesi, quello di un Parlamento in cui non esiste una maggioranza stabile in grado di sostenere l’operato del governo.

La situazione in vista delle prossime politiche

Secondo alcuni c’è però un’ultima considerazione da fare. Alle elezioni politiche del 2013, l’affluenza fu del 75% circa, in calo del 5% rispetto alle precedenti consultazioni (2008). Al referendum del 4 dicembre, l’affluenza è invece stata del 65,5%, la più alta degli ultimi vent’anni in Italia in ambito referendario.

Alcuni esperti si attendono alle prossime elezioni un consistente aumento dell’affluenza. Si tratterebbe in un certo senso e su più vasta scala di un fenomeno simile a quanto accaduto in Francia alle recenti primarie del centro destra, dove hanno votato circa 4 milioni di persone contro un’attesa di circa la metà. L’avanzata del populismo del Front National, è stato rilevato, ha richiamato al voto molte persone che, negli anni, avevano mostrato una totale disaffezione per la politica. Se alle prossime elezioni politiche in Italia dovesse accadere qualcosa di simile, ci si potrebbe attendere un aumento di consensi in favore delle formazioni politiche tradizionali (cioè i blocchi di centro destra e di centro sinistra), a scapito dei partiti definiti populisti come il M5S e la Lega.