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Ecco cosa dice il nuovo accordo dell’OPEC

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Dopo 8 anni l’OPEC ha trovato un accordo per la riduzione della produzione di petrolio: circa 1,2 mln di barili in meno al giorno. Coinvolta anche Mosca. L’OPEC, l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, ha appena siglato un nuovo accordo quadro. E’ la prima volta che accade una c...

Dopo 8 anni l’OPEC ha trovato un accordo per la riduzione della produzione di petrolio: circa 1,2 mln di barili in meno al giorno. Coinvolta anche Mosca.

L’OPEC, l’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, ha appena siglato un nuovo accordo quadro. E’ la prima volta che accade una cosa del genere da otto anni a questa parte ed è un risultato arrivato al termine di una trattativa molto complessa, che vedeva contrapposti i tre principali produttori mondiali, Arabia Saudita, Iraq e Iran. In più, il nuovo accordo ha coinvolto anche Paesi che dell’OPEC non fanno parte, come la Russia.

L’effetto immediato della chiusura dell’accordo è stato un rialzo abbastanza netto del prezzo del barile (circa +10%), peraltro conforme a quanto ci si attendeva e si mirava ad ottenere.

Cosa dice il nuovo accordo dell’OPEC

Il nuovo accordo dell’OPEC consiste in estrema sintesi in una razionalizzazione della produzione di petrolio. I Paesi si sono impegnati a ridurre in modo consistente le rispettive produzioni petrolifere (per un totale di circa 1,2 milioni di barili al giorno), perciò, secondo un meccanismo economico basilare, ad una minore presenza sul mercato di uno specifico prodotto, è corrisposto un aumento del prezzo dello stesso.

L’accordo potrebbe non essere rispettato

D’ora in avanti la questione sarà se l’accordo sarà davvero rispettato e se lo sarà da tutti i Paesi, tenuto conto anche del fatto che fra gli altri, ci sono anche Nigeria e Libia, i cui territori non sono considerati ancora stabili dal punto di vista politico.

Il problema principale potrebbe essere legato agli effettivi introiti. Sulla carta, infatti, l’aumento del prezzo dovrebbe compensare la riduzione di merce venduta, ma, in realtà, già quest’anno l’OPEC arriverà a guadagnare molto meno rispetto a un paio di anni fa: stando ai dati dell’Energy Information Administration, 341 miliardi di dollari nel 2016 contro i 753 del 2014, prima del crollo del prezzo del greggio.

L’OPEC e le politiche ambientali

Secondo alcune analisi, uno degli effetti della riduzione della produzione di petrolio potrebbe essere il rilancio di sistemi energetici alternativi. Se questi dovessero funzionare, il prezzo del petrolio potrebbe non salire quanto ci si attende (ovvero quanto l’OPEC spera), con conseguente rinuncia ai tagli di produzione pur di immettere sul mercato un maggiore quantitativo di merce, ma innescando al contempo un ulteriore ribasso del prezzo. Con il risultato conclusivo di tornare a osteggiare i sistemi energetici alternativi.