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Cosa significa il potassio alto in un test del sangue?

Potassio alto

Avete fatto gli esami del sangue e vi è stato detto che avete il potassio alto. Cosa significa? Scopriamolo insieme con questo articolo.

Un esame del sangue che mostra un livello di potassio alto può indicare malattie renali come insufficienza renale acuta o cronica, nefrite lupica ed uropatia ostruttiva. Se non regolato, il potassio alto o ipercaliemia può causare problemi come affaticamento muscolare, debolezza, paralisi, aritmie cardiache e nausea. Di seguito una piccola guida per capire meglio cos’è, a cosa serve e qual è il nostro fabbisogno giornaliero di potassio. Se dai vostri esami è risultato un valore anomalo di potassio non esitate a consultare il vostro medico.

Cos’è il potassio?

Il potassio è un macro elemento, cioè uno dei minerali presenti nell’organismo in quantità elevate. In effetti si tratta del principale minerale presente nelle cellule e in un adulto ne sono presenti circa 180 grammi. Insieme al sodio, il potassio regola l’equilibrio idrico del corpo e i processi osmotici delle cellule. Le carenze di potassio possono essere causate da periodi prolungati di diarrea o vomito o in caso di uso di diuretici. Il corpo risponde alla mancanza di potassio con l’indebolimento generale, la nausea, la sonnolenza, la stanchezza. In casi gravi possono verificarsi anche aritmie cardiache. Lo stesso vale per concentrazioni troppo elevate nel corpo, che possono causare debolezze muscolari, confusione e, in casi limite, anche arresto cardiaco. A ogni modo l’intossicazione avviene in genere sopra i 18 grammi al giorno.

A cosa serve?

All’interno dell’organismo il potassio è coinvolto in diversi fenomeni; partecipa alla contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco, contribuisce alla regolazione dell’equilibrio dei fluidi e dei minerali all’interno e all’esterno delle cellule e aiuta a mantenere la pressione nella norma smorzando gli effetti del sodio. Inoltre può ridurre il rischio di calcoli renali ricorrenti e la possibilità di perdita di tessuto osseo durante l’invecchiamento. Regolando il contenuto di acqua delle cellule e controllandone la pressione osmotica, il potassio svolge un’azione fondamentale nella sintesi delle proteine e nella conversione degli zuccheri in glicogeno. Il potassio, inoltre, attiva numerosi enzimi connessi con il metabolismo energetico ed è coinvolto nei processi di trasmissione dell’impulso nervoso e nel controllo della contrazione muscolare e della pressione arteriosa.

Alimenti ricchi di potassio

Il potassio è presente in tutti gli alimenti ma ne sono particolarmente ricchi i vegetali freschi poco trasformati. La lavorazione può modificare il contenuto di potassio dei cibi.
Le fonti principali sono frutta, verdura e legumi, in particolare le verdure a foglia verde, i pomodori, i cetrioli, le zucchine, le melanzane, la zucca, le patate, le carote, i fagioli e la frutta secca. In quantità inferiori è presente anche nei latticini, nella carne rossa, nel pollame e nel pesce. Il potassio è invece poco presente nell’olio, nelle caramelle, in diverse bibite, nella pasta, negli sciroppi e nei cereali. Ricordiamo,infine,che la dose giornaliera consigliata di potassio è di 3.000 mg/die sia per gli adulti che per i bambini tra i 10 e i 18 anni. Per età inferiori si passa da dosi di 1.000 mg/die (fascia 1-2 anni) a dosi di 1.600 mg/die (fascia 6-9 anni).

Test di potassio

Secondo MedlinePlus, un test di potassio misura la quantità di potassio nel sangue. I valori di riferimento di potassio nel sangue devono essere compresi tra 3,4 e 5,2 mmol/l, mentre i valori del test delle urine devono rientrare in un range compreso tra 30 e 90 mmol/l.

Più nello specifico valori inferiori a 3.0 mmol/l o superiori a 6.0 mmol/l rappresentano un campanello d’allarme. Concentrazioni più basse di 2,5 mmol/l o più alte di 10.0 mmol/l possono invece essere addirittura fatali. Il test non è perfetto. Se i risultati del test sono drasticamente anormali può essere una buona idea rifare il test. I farmaci possono alterare i risultati.

Carenza di potassio

La carenza di potassio è considerata un evento altamente improbabile. A ogni modo, in caso di carenza le conseguenze sono debolezza muscolare, irregolarità del battito cardiaco, cambiamenti dell’umore, nausea e/o vomito. Inoltre bassi livelli di potassio sono stati spesso associati a pressione alta e malattie cardiovascolari.

Potassio alto

Il buon funzionamento dei reni permette di smaltire eventuali eccessi della sostanza. Tuttavia, in caso di malfunzionamento renale e quando si assumono alcuni farmaci è possibile andare incontro a ipercaliemia, cioè di potassio alto nel sangue. Dosi elevate di potassio possono causare astenia (stanchezza generalizzata), crampi muscolari, ipotensione, bradicardia e arresto cardiaco.

Il potassio alto nel sangue può dipendere principalmente da tre fattori: l’accresciuto apporto di questo minerale, la fuoriuscita del minerale dalle cellule e la ridotta eliminazione.

Cause Ipercaliemia

Tra le maggiori cause di ipercaliemia rientrano:

  • I problemi renali, come l’insufficienza renale e la nefrite. Questi compromettono il funzionamento dei reni e la loro capacità di eliminare una quantità sufficiente di potassio;
  • L’uso di farmaci che riducono l’afflusso di sangue ai reni o impediscono loro di espellere la giusta quantità di potassio. Uno fra tutti? La penicillina;
  • Le terapie farmacologiche a base di potassio come quelle contro l’ipertiroidismo;
  • Una dieta ricca di potassio oppure l’uso eccessivo di integratori, soprattutto tra gli sportivi;
  • L’acidosi metabolica, un accumulo di acidi nell’organismo che determina un importante squilibrio acido-base come conseguenza di disturbi cardiaci, epatici e renali, denutrizione, diabete, alcolismo, ecc.;
  • Il Morbo di Addison, una rara patologia cronica dovuta a un deficit degli ormoni corticosurrenali;
  • Il lupus eritematoso sistemico, una malattia cronica autoimmune che può colpire diversi organi e tessuti del corpo;
  • Il diabete;
  • La necrosi;
  • L’anemia falciforme;
  • La chemioterapia, che tra i suoi tanti effetti collaterali annovera anche l’ipercaliemia.