sergiodilino Tra i fenomeni più affascinati e misteriosi che investono il nostro pianeta: le macchie solari, oggetto di acceso dibattito presso la comunità scientifica.
Negli anni settanta, il regista Armando Crispino ha dedicato loro uno dei suoi cult movies più amati. Più recentemente, anche un albo della collana regolare di Dylan Dog ne ha parlato, parafrasando proprio il film di Crispino. Sono le macchie solari, uno dei fenomeni fotomagnetici più particolari, affascinanti e al tempo stesso misteriosi che dallo spazio finiscono con l’investire il nostro pianeta. In cosa consistono esattamente?
Per macchie solari, si intendono delle zone della superficie solare – altrimenti chiamata fotosfera – meno luminose rispetto al complesso della superficie stessa, e caratterizzate da un’intensa attività magnetica. Tale diminuzione della luminosità è attribuita principalmente alla consustanziale diminuzione della temperatura in quelle determinate zone, dovuta a sua volta a una rotazione eccessiva dei tubi di flusso magnetico all’interno della zona convettiva della stella; o almeno questa è la teoria più diffusa e universalmente accettata. Un’altra teoria è stata avanzata dall’astronomo scozzese Alexander Wilson nel 1776, che vedrebbe tra le concause – se non come causa principale – delle macchie solari una semplice alternanza di avvallamenti e depressioni sulla superficie del sole.
Le macchie solari sono studiate come strumento di misurazione del riscaldamento globale. Sembra infatti che vi sia una stretta correlazione tra la maggiore o minore presenza di queste macchie e l’aumento o diminuzione della temperatura della Terra. Dal momento che le macchie solari sono la manifestazione di un intensificarsi delle attività magnetiche del sole, e che da queste dipende un maggiore o minore invio di radiazioni verso la Terra, alcuni scienziati sostengono che sia proprio l’attività magnetica del sole a definire l’eventuale surriscaldamento del pianeta, e non il comportamento sconsiderato dell’uomo. Bisogna però precisare che al momento tali teorie vengono accolte con un certo scetticismo dalla maggior parte della comunità scientifica.
