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Cosa sta succedendo in Siria?

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La guerra in Siria ha avuto inizio nel 2011 e nel 2018 non è ancora terminata. Ecco gli ultimi aggiornamenti su ciò che sta accadendo nel Paese.

La violenza in Siria è iniziata nel marzo 2011 quando sull’onda delle cosiddette Primavere Arabe la popolazione scese nelle piazze per chiedere maggiori diritti civili. Tuttavia il Presidente Bashar al-Assad, il leader del paese mediorientale succeduto al padre nel 2000, non accolse con favore le proteste che vennero represse nel sangue. Da quel momento in poi circa 300.000 persone sono morte in seguito agli scontri.

Guerra in Siria

La Siria è un paese medio-orientale con una posizione geografica strategica e per questo motivo nel corso della guerra sono intervenuti nello scontro sia la Russia, che la Turchia, l’Arabia Saudita e infine gli Stati Uniti. Nel 2012, la Croce Rossa Internazionale ha affermato che la violenza in Siria si è talmente allargata da dichiarare il paese in stato di guerra. I motivi di questa sono iniziati nella città di Deraa. I locali hanno iniziato a protestare e circa 15 scolari sono stati arrestati, per aver riportato dei graffiti su un muro. Il governo ha risposto alle proteste in modo rabbioso e il 18 marzo, l’armata ha aperto il fuoco sui protestanti, uccidendone ben 4. Ogni giorno centinaia, migliaia di bambini, donne vengono uccise senza ragione

Gli eserciti

Nella guerra in Siria si scontrano vari eserciti per motivi diversi: l’Esercito regolare e il governo di Assad, con il sostegno di Iran e Russia; i Ribelli, un fronte fortemente frammentato con gruppi laici, jihadisti e curdi finanziati da Turchia e Arabia Saudita; e gli Stati Uniti che non hanno una strategia ben definita.

Fasi importanti

Nel 2016 lo scontro si concentra nella città di Aleppo, un importante centro economico diviso in due parti: l’esercito di Assad e i ribelli. Nel corso dell’anno la città è stata distrutta da numerosi bombardamenti e la popolazione civile è stata decimata. Negli scontri, in aiuto all’esercito di Assad, sono intervenuti anche i russi.

Il 4 aprile 2017 la città di Khan Sheikhoun ha subito un attacco con armi chimiche che hanno ucciso 86 civili, tra cui 28 bambini. Per questa azione sono stati accusati sia Assad che Putin, che, tuttavia hanno respinto le accuse. Gli Stati Uniti, nella notte tra il 6 e il 7 aprile 2017 hanno lanciato 59 missili Tomahawk contro la base siriana di Al Shayrat.

Ultimi aggiornamenti

Molti sono stati i tentativi di tregua internazionale, tuttavia, la guerra non si ferma e il bilancio delle vittime civile continua a crescere. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una tregua umanitaria a partire da sabato 24 febbraio 2018 che continui per i successivi 30 giorni e che permetta ai ciivili di fuggire dalle zone bombardate, soprattutto la popolazione intrappolata nel distretto del Ghouta orientale. Secondo i dati dell’Osservatorio siriano per i diritti umani sono stati uccisi 500 civili tra donne, uomini e bambini in una settimana.

Nonostante le direttive la tregua non è stata rispettata. La Russia per la prima volta d’accordo a una risoluzione ONU ha lanciato una nuova iniziativa, una pausa umanitaria. Si tratta di un momento di pausa per cinque ore al giorno, dalle 9 alle 14, per far fuggire la popolazione intrappolata nel Ghouta orientale. Le pause, in vigore dal 27 febbraio 2018, si stanno rivelando fallimentari poiché sono stati lanciati razzi e non si sono fermati i raid aerei da parte dell’esercito di Assad. L’agenzia di stampa Sana ha parlato, invece, di attacco dei ribelli che utilizzano la popolazione civile come scudi umani.