> > Cuba: la storia del paese di Fidel Castro

Cuba: la storia del paese di Fidel Castro

Cuba

  Una breve storia dell'isola di Cuba, da Batista a Fidel Castro, tra dittature e rapporti complicati con gli Stati Uniti. Fu nel 1492 che Cristoforo Colombo, sbarcando a Cuba, rese questa isola mirino della Corona spagnola, la quale vi creò una colonia, sterminando negli anni gli indig...

 

Una breve storia dell’isola di Cuba, da Batista a Fidel Castro, tra dittature e rapporti complicati con gli Stati Uniti.

Fu nel 1492 che Cristoforo Colombo, sbarcando a Cuba, rese questa isola mirino della Corona spagnola, la quale vi creò una colonia, sterminando negli anni gli indigeni del luogo. Cuba rimase una colonia spagnola fino al 1985, dopo la cosiddetta “Guerra dei dieci anni” e della fondazione del Partito Rivoluzionario cubano. Fu nel 10 dicembre 1898 che Spagna e Stati Uniti (non Cuba stessa) firmarono un trattato di pace nel quale la Spagna cedette Cuba agli Stati Uniti.

I cubani vennero obbligati a introdurre l’emendamento Platt: gli Stati Uniti avevano il diritto di usufruire di una parte dell’isola per costruire le proprie basi navali e potevano controllare gli accordi di Cuba con altre nazioni, in cambio gli U.S.A. davano una somma di danaro al governo cubano.

Cuba mostrava sempre più malcontento nei confronti degli americani, in un clima generale di instabilità politica; infatti, in vent’anni, ci furono tre colpi di stato militari. Il 4 settembre 1933 venne organizzato un golpe chiamato la “Rivoluzione dei sergenti”: il sergente Fulgencio Batista e i sottufficiali presero il posto dei vertici militari al potere. Intanto, però, a Cuba stavano nascendo proteste studentesche e operaie, che diedero vita al Partito Comunista cubano.

L’anno dopo un altro golpe, questa volta favorito dagli Stati Uniti, diede molto potere al sergente Batista, il quale guidava presidenti in carica e gestiva la politica cubana; dal 1940 al 1944 lo stesso Batista diventò presidente. Fu nel 1952, però, che il sergente riuscì ad attuare un colpo di stato che gli permise, con l’appoggio degli Stati Uniti, di instaurare un regime dittatoriale violento basato su una forte alleanza con l’America e una dura conservazione sociale. Cuba in quegli anni diventò l’isola di svago della malavita americana impegnata ad arricchirsi, a gestire hotel di lusso, a riciclare denaro sporco, mentre la maggior parte dell’isola viveva in condizioni disastrose.

Fidel Castro, dirigente studentesco e avvocato, contrario a ciò che Batista stava facendo al suo Paese, alla corruzione e al regime, avviò una battaglia, prima pacifica, poi violenta, che diede inizio alla Rivoluzione Cubana. Incarcerato e poi liberato, si diresse in Messico dove iniziò a progettare la Rivoluzione. Tornato a Cuba, clandestinamente, iniziò una guerriglia a cui fecero parte anche Ernesto “Che” Guevara, Camilo Cienfuegos e Raùl Castro, la quale portò molte vittorie. Nel 1959 Batista fuggì e Fidel Castro divenne primo ministro e comandante delle forze armate, iniziando a nazionalizzare molti beni americani. Nel 1961 Cuba fu dichiarato Stato Socialista.

Le scelte di Castro, tra cui diverse riforme e il contatto con l’Urss (ricordiamo che era in atto la Guerra fredda), provocarono negli Stati Uniti dei dissensi e la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Il 17 aprile 1961 un gruppo di cubani addestrati dalla Cia cercò di invadere l’isola, ma l’attacco venne subito respinto.

Kennedy, presidente degli Stati Uniti dichiarò l’embargo (blocco economico) contro Cuba. L’embargo non permetté alle aziende americane di entrare in affari con Cuba, i commerci e proibì anche gli spostamenti dei cittadini americani verso l’isola. Castro, quindi, si avvicinò sempre più ai leader sovietici.

In seguito si susseguirono anni complicati per Cuba, sostenuta per molto tempo solo dall’Urss; L’Isola visse conseguenze del crollo del muro di Berlino, la fine dell’Unione Sovietica e le conseguenti interruzioni degli aiuti; un periodo di isolamento economico e internazionale che la portò a una grande crisi.

Castro, comunque, continuò con un’economia di stampo socialista, collettivizzando l’agricoltura e nazionalizzando l’industria, in un regime, perché quello fu, che reprimeva dissensi politici e controllava l’informazione. Negli anni ’90 la situazione si distese: il modello economico diventò meno rigido, così come le reazioni a opposizioni politiche; Fidel Castro si ritirò dalla vita politica cubana nel 2006.

Cuba resiste, il libro su Cuba immancabile in ogni libreria. Consigliato da leggere prima di andare o appena tornati per rivivere quest’isola meravigliosa: