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Curriculum vitae: i dieci errori da evitare

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Per arrivare ad ottenere un colloquio di lavoro è necessario che il curriculum vitae venga letto ed esaminato dai selezionatori. Scrivere correttamente un curriculum vitae non è affatto facile: sono tanti gli errori e le inesattezze che potrebbero inficiare l’arrivo al tanto atteso colloquio...

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Per arrivare ad ottenere un colloquio di lavoro è necessario che il curriculum vitae venga letto ed esaminato dai selezionatori. Scrivere correttamente un curriculum vitae non è affatto facile: sono tanti gli errori e le inesattezze che potrebbero inficiare l’arrivo al tanto atteso colloquio di lavoro. Ne abbiamo raccolti dieci, eccoli.

1) Dimenticare la lettera di accompagnamento: sembra di secondaria importanza, ma non lo è. La lettera permette di personalizzare e motivare meglio la propria candidatura. La parola d’ordine deve essere: concisione. Bastano 50 parole per guidare il selezionatore alla lettura del curriculum e spiegargli perché si è “adatti” a quella determinata professione. Questo può incuriosirlo e invogliarlo a fissare un colloquio;

2) Allegare documenti in eccesso: è sempre bene evitare l’invio di maxi curriculum (cioè più lunghi di una pagina e mezza): è invece preferibile rimanere entro schemi precisi, esaustivi ma concisi. Le integrazioni documentali possono essere richieste in un secondo momento solo se ritenute necessarie;

3) Scrivere a mano: salvo che non venga richiesto per perizie grafologiche, è meglio avvalersi di un formato standard, scrivendo mano solo la propria firma alla fine: una scrittura lineare è più facile da leggere per chi seleziona;

4) Inserire referenze personali: è inutile indicare nomi e recapiti di referenti cui chiedere eventuali informazioni sul candidato (solitamente ex datori di lavoro): è ovvio che le fonti che si sceglie di citare non potranno che sponsorizzare il candidato;

5) Dimenticare di correggere l’ortografia: è indispensabile leggere, rileggere e rileggere ancora fino alla nausea il documento finale che si intende spedire. Errori grammaticali o di concetto e refusi non giocano sicuramente a favore del candidato nell’impressione che il selezionatore inizia a formarsi, leggendo un curriculum con degli strafalcioni;

6) Inviare la stessa e-mail a più aziende: questo è l’errore più grave. Superficialità, disattenzione, disinteresse verso l’azienda, sfiducia in se stessi, e l’elenco potrebbe continuare: sono tante le caratteristiche negative che con un semplice clic si rischia di comunicare ad un potenziale futuro datore di lavoro. Per evitare confusioni, meglio perdere un po’ di tempo inviando le email una ad una ai singoli destinatari, anche se fossero molto numerosi;

7) Accennare a questioni di denaro: il denaro è senz’altro importante, anzi fondamentale. Tuttavia, è bene sapere che solitamente l’inquadramento contrattuale e quello economico sono tasti da trattare solo al secondo o anche al terzo incontro. Quindi, evitare anche solamente di farvi cenno. Da citare invece la propria Ral (Retribuzione annuale lorda) se si è già occupati;

8) Scrivere frasi del tipo “convocatemi e non ve ne pentirete”: lasciate stare le spiritosaggini, meglio che sia il selezionatore a decidere che cosa sia meglio fare con la candidatura;

9) Non intestare il curriculum vitae: sarebbe un po’ come parlare con qualcuno senza salutarlo oppure guardarlo negli occhi. Almeno la lettera di accompagnamento deve essere intestata con i dati esatti dell’azienda, meglio se di un referente o dell’ufficio del personale;

10) Mentire: le bugie hanno le gambe cortissime, anche quando le si scrivono nel curriculum vitae. Durante il colloquio è praticamente matematico venire smascherati dal selezionatore. A che pro allora dirle? Ci si gioca una possibile assunzione, ed anche la faccia.