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Ddl antifascimo, ok della Camera: ora tocca al Senato

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Approvata dalla Camera una legge antifascista. Il decreto intende punire qualsiasi tipo di apologia a fascismo e al nazifascismo. Si rischiano pene da sei mesi a due anni.

Legge antifascismo ottiene l’approvazione della Camera

Via libera dell’aula della Camera al ddl Fiano, che inserisce nel codice penale il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista. Il testo, approvato a Montecitorio con 261 sì, 122 no e 15 astenuti, passa al Senato. Il provvedimento introduce l’articolo 293-bis del codice penale, relativo al reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.

Cosa prevede la legge

La legge intende punire chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco. La pena prevista è tra 6 mesi e 2 anni. Come spiegano alcuni parlamentari democratici, insomma, può bastare un saluto romano, gadget nostalgici e varia merce delle stessa categoria. «Con aggravante se tutto questo viene attuato attraverso strumenti telematici o informatici». Quindi attraverso la rete web. Saranno reati anche la produzione, la distribuzione, la diffusione e la vendita di gadget che raffigurino persone, immagini o simboli chiaramente riferiti al nazi-fascismo. Anche richiamare pubblicamente la simbologia o la gestualità di quei partiti in maniera inequivocabile (è il caso del saluto romano) sarà perseguibile dalla legge, e il delitto sarà aggravato (con la pena aumentata di un terzo) se la la propaganda del regime fascista e nazifascista sarà commessa attraverso strumenti telematici o informatici.

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Dichiarazione del relatore Walter Verini

L’intento del ddl, ha spiegato il relatore Walter Verini, è quello di colpire i fatti «che accadono oggi, che sono accaduti in giro per l’Europa, come a Utoya, che parlano di incendi alle sinagoghe, di antisemitismo dilagante, in rete e fuori della rete, di tanti episodi di intolleranza razzista nei confronti dei diversi, che magari accadono anche cavalcando malcontento sociale, rabbie, paure e insicurezze del tempo che stiamo vivendo».

Il relatore ha sottolineato in Aula che la norma contro l’apologia del fascismo «è necessaria. Per l’oggi, non per fare processi o rivisitare il passato. Io rivendico la necessità di introdurre questo reato che è diverso da quello già previsto dalle leggi Scelba e Mancino». E ha invitato a non ridicolizzare il tema: «In questi
mesi vediamo crescere condotte e fatti direttamente riconducibili all’istigazione al razzismo, alla violenza, all’odio contro il diverso. Non è folklore: ci sono le ronde contro i rom, i raid punitivi contro i migranti, le scritte inneggianti ai campi di sterminio, le irruzioni neofasciste dentro istituzioni democratiche. La legge non colpisce le opinioni o la ricerca storica ma i comportamenti di ispirazione fascista».

Reazioni

«Questo testo, già criticato per l’indeterminatezza dal punto di vista costituzionale e per il mancato coordinamento con le leggi Scelba e Mancino, rischia di diventare una ‘polpetta avvelenata’ sia per i cittadini sia per i giudici», ha detto intervenendo in Aula il deputato e capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali Francesco Paolo Sisto. «I primi, infatti, dovranno riuscire a capire nella fumosità della norma cosa sia lecito e cosa no, mentre i secondi si troveranno costretti a risolvere problemi che dovrebbe essere il legislatore a non creare. Si tratta, evidentemente, a prescindere dal merito, di un metodo scellerato che porterà un sistema penale sempre più ‘obeso’ al definitivo collasso», ha concluso. Respinta la richiesta di Fdi di inversione dell’odg (il ddl doveva passare in coda agli altri provvedimenti in programma).

«Votiamo sì ad una legge sicuramente non essenziale ma nemmeno liberticida. Ci aiutano in questa scelta i numerosi e ridicoli attacchi basati su presunte lesioni alla libertà di espressione. Ridicoli perché non sorprendentemente provengono da chi, come Lega, FDI e Forza Italia, si allea con movimenti “liberali” come Casa Pound», ha dichiarato Andrea Mazziotti (Civici Innovatori), presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.