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Defibrillatori difettosi: muore una donna all'Isola d'Elba

Defibrillatori difettosi: muore una donna all'Isola d'Elba

Dopo l'allarme di fine novembre dei pacemaker difettosi, muore una signora anziana all'Isola d'Elba. la signora aveva un impianto della St Jude Medical.   Un vero dramma quello dell'Isola d'Elba. Una signora anziana  è infatti morta all'improvviso, signora che aveva subito l'impianto di...

Dopo l’allarme di fine novembre dei pacemaker difettosi, muore una signora anziana all’Isola d’Elba. la signora aveva un impianto della St Jude Medical.

Un vero dramma quello dell’Isola d’Elba. Una signora anziana è infatti morta all’improvviso, signora che aveva subito l’impianto di un pacemaker della ‘St Jude Medical‘, l’azienda USA che aveva già allertato tutte le cardiochirurgie italiane sul fatto che alcuni modelli potessero essere potenzialmente difettosi.
Lo comunica proprio l’ Azienda Usl Toscana nord ovest che, durante di uno dei controlli straordinari effettuati in virtù della segnalazione dei pacemaker difettosi, aveva avvisato anche la signora oramai defunta del problema. Ma p ancora da stabilire in verità la vera causa della morte. Intanto però Ausl ha prontamente segnalato il caso alla procura di Livorno.

Il caso dei pacemaker difettosi:

Davvero centinai i pacemaker e i defibrillatori prodotti dalla multinazionale americana St. Jude Medical che potrebbero essere difettosi e costituire quindi un grave pericolo per la salute dei pazienti. Tra i tanti problemi che sono stati segnalati spicca il prematuro esaurimento delle batterie in dotazione e il corto circuito dei dispositivi. Negli Stati Uniti a causa de difetti a questi dispositivi, due persone sono già decedute. In Italia probabilmente una.

Fu proprio la multinazionale a contattare tutti i reparti cardiochirurgici italiani e il Ministero della Salute mise in allarme le Asl. Stiamo parlando di 398.740 di micro defibrillatori che sono stati fabbricati prima del 2015 e immessi nel mercato dalla St. Jude Medical, micro defibrillatori che potrebbero adesso portare gravissimi problemi ai cardiopatici.

L’azienda St. Jude Medical, diffondendo questo allarme ha sottolineato che : “la sostituzione profilattica del dispositivo non è raccomandata, perché le complicazioni derivanti da una sostituzione sono maggiori rispetto al danno associato al corto circuito”.

Per adesso , su 841 defibrillatori rientrati, sono già 46 quelli che hanno mostrato dei depositi di litio. E in più ai decessi sono già stati registrati dieci casi di sincope e ben 37 casi di grave senso di vertigini. Anche nei pacemaker si sono riscontrati già dieci pezzi difettosi, dieci su 1,423 pezzi, distribuiti in 20 Paesi.

Il Ministero della Salute ha quindi diramato una nota informativa con tutte le raccomandazioni indicate. Mentre la Ausl ha confermato “piena disponibilità a fare emergere con chiarezza quanto accaduto”.

La Ausl ha poi reso noto che la signora di 77 anni, morta alla fine di novembre, era stata sottoposta a impianto di ICD (defibrillatore cardioverter) nel 2012 ma eseguiva tutti normali controlli periodici di routine. “A seguito della segnalazione ricevuta dalla ditta fornitrice degli impianti oggetto di alert, l’Ausl ha proceduto a richiamare la signora per una visita straordinaria eseguita a Portoferraio l’11 novembre scorso e in quella occasione la paziente e la figlia sono state informate della problematica emersa a livello internazionale”.
Al momento del controllo effettuato i primi di novembre, l’impianto non ha presentato né aritmie né altre anomalie. Il device aveva ancora il 69% di capacità residua : “Nel corso dell’incontro – spiega la Ausl – era stata segnalata la presenza di un allarme a vibrazione che si sarebbe attivato nel caso di esaurimento della batteria ed erano state date indicazioni alla signora e ai familiari sul comportamento da seguire in caso di avviso. Conformemente alle indicazioni condivise dal Ministero della Salute e dalla Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac) era stato programmato un nuovo controllo a tre me”.