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Deputato del PD in tribunale: non pagava i contributi alla sua assistente

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Khalid Chaouki è stato dichiarato contumace dal giudice per non essersi presentato alla prima udienza del processo: non ha regolarizzato il contratto della sua assistente

Deputato del Pd finisce in tribunale: il suo nome è Khalid Chaouki, di origini marocchine. È stato trascinato in tribunale da una sua collaboratrice a cui non pagava i contributi. Il deputato dem è anche coordinatore dell’intergruppo parlamentare cittadinanza ed immigrazione ed è stato accusato da una sua collaboratrice che lamenta il mancato pagamento dei contributi, fin dal momento della sua assunzione. La donna sostiene, davanti al tribunale, che in cinque anni di lavoro Khalid Chaouki non le hai versato quello che le spettava.

Deputato del Pd al processo

Dal canto suo Khalid Chaouki ha continuato a ribadire che si è trattato di un disguido e ha rinunciato anche a presentarsi in tribunale. Il giudice lo ha quindi dichiarato contumace per essersi sottratto alla partecipazione al processo. Nel mondo dem e della politica in generale Chaouki è conosciuto per le sue battaglie sui diritti umani degli stranieri tra cui il digiuno per favorire la concessione dello ius soli agli stranieri.

La donna ha dichiarato di essere stata assunta da Khalid Chaouki cinque anni fa senza essere, però, mai regolarizzata. In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il deputato dem ha poi affermato che tutto era stato risolto e che tra le parti si era trovato un accordo che avrebbe portato al ritiro dell’accusa da parte della donna. Khalid Chaouki si è poi giustificato dicendo che la mancata regolarizzazione è dovuta a problemi personali.

L’avvocato della donna: “Non risulta”

A smentire, anche se non in toto, le dichiarazioni del giovane deputato è stato l’avvocato Marzia Rositani, difensore dell’assistente parlamentare che ha chiamato in causa Khalid Chaouki. Il legale parla di un “possibile accordo in stato di composizione”, ma ancora nulla è stato registrato agli atti. L’udienza è fissata per il febbraio 2018 quando la legislatura del Pd in Parlamento volgerà al termine.

Dalle prove portate in tribunale dall’accusa emerge che Khalid Chaouki è uno dei deputati che ha fatto un contratto regolare alla Camera, dopo aver usufruito per due anni della formula del co.co.pro. Con il contratto regolare, infatti, poteva sfruttare gli incentivi e i benefici del jobact. Non tutto, però, era coperto e quando il deputato si è accorto che gli incentivi non coprivano la spesa dei contributi della sua assistente, ha deciso di non regolarizzarla e quindi non pagarla.

La prima udienza

Anche l’Inps, che ha regolarmente pagato i contributi alla donna ma non si è mai vista corrispondere la cifra dal datore di lavoro, ha fatto causa al deputato. Nella prima udienza, però, Khalid Chaouki non si è presentato e neanche nessuno dei suoi legali si è visto in tribunale: per questo motivo è stato dichiarato contumace.

Il suo legale dell’Associazione degli Assistenti Parlamentari Fabio Santoro, a spiegato che – come accade spesso per i deputati – si tenterà di conciliare la causa, proponendo un accordo extra giudiziale che prevede un rimborso per i danni in cambio di un accordo di riservatezza che tuteli la loro immagine. Questa, dunque, potrebbe essere la strategia che Khalid Chaouki deciderà di portare avanti nella causa in cui è chiamato a rispondere dei pagamenti mancati alla sua assistente parlamentare.