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Diciassette anni fa se ne andava Lucio Battisti, diede un volto nuovo alla musica italiana

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Diciassette anni fa se ne andava uno dei più grandi miti della storia della musica italiana, Lucio Battisti. Esistono pochi eletti ai quali è possibile attribuire il merito di avere cambiato il mondo. Lucio Battisti cambiò la musica italiana, appartenendo a quella generazione di artisti nata neg...

Diciassette anni fa se ne andava uno dei più grandi miti della storia della musica italiana, Lucio Battisti. Esistono pochi eletti ai quali è possibile attribuire il merito di avere cambiato il mondo. Lucio Battisti cambiò la musica italiana, appartenendo a quella generazione di artisti nata negli anni ’40 che annovera pezzi di storia del calibro di Lucio Dalla, Giorgio Gaber e Fabrizio De Andrè, che attraverso la musica ha cambiato il mondo degli italiani, e il loro modo di approcciarsi alla musica. Lucio Battisti era nato il 5 marzo ’43 proprio un giorno dopo Lucio Dalla e si spense il 9 settembre 1998, lasciandoci orfani della sua poesia, per una malattia della quale non è mai stata resa nota l’entità.

Con la sua musica, Battisti, allargò di anno in anno i confini della musica italiana, anche i proprio confini attraverso la sperimentazione di nuovi suoni e di nuovi approcci della musica per incantare ed emozionare. Le sue canzoni incorporarono i germi di quello che poi sarebbe stato il fertile mondo del rock italiano, iniziando lui la sperimentazione dell’elettronica nella musica italiana. Il suo fertile sodalizio con Mogol, il suo paroliere d’eccezione, ha regalato alla musica italiana una quantità immane di perle, che tra poesia e musica, hanno indotto gli italiani a pensare, ballare, riflettere sulla varietà delle emozioni del genere umano e innamorarsi.

Battisti, che inizialmente fu il primo critico di se stesso, dubitando per primo, sul suo talento di cantante, fu ferocemente criticato per il suo stile vocale. La sua voce non è passata di certo alla storia per l’estensione, ma per la timbrica anomala, ma allo stesso tempo graffiante ed accattivante, capace di dare vita alle emozioni in note. Proprio i suoi limiti, furono la grande risorsa che lo rese celebre. La sua repulsione per i nuovi meccanismi di mercato della musica italiana, ormai troppo legati al mezzo televisivo, lo hanno allontanato irrimediabilmente dalle scene. Da allora ha lasciato un vuoto indelebile, che la morte ha reso eterno.