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Polonia, cattedrale di Sandomierz: dite quando siete nati e scoprirete come morirete

Polonia, cattedrale di Sandomierz: dite quando siete nati e scoprirete come morirete

Per svelare l'arcano della nostra morte, bisogna recarsi in Polonia, nella cattedrale di Sandomierz, dove un artista si è dilettato in singolari previsioni.

Bisogna recarsi fino in Małopolska, nel sud-est della Polonia, per conoscere non la data della propria morte ma come saremo destinati a lasciare la nostra più o meno soddisfacente esistenza. Incidente stradale? Infarto? Vecchiaia? Nulla di così prevedibilmente consueto.

SandomierzSandomierz è una vivace cittadina abbarbicata su un ripido promontorio rivolto verso le steppe solitarie di una Polonia spesso ignorata dalle tratte principali di passaggio. In bilico sulla Vistola, questo trionfo di architetture gotiche è stato, in passato, ricettacolo di artigiani di ogni fattura, mercanti oltre confine, stimati orefici e farmacisti di tutto rispetto. Le merci riempivano cantine e dispense: frutta, formaggi, vino e tabacchi. Eppure Sandomierz ha un segreto che non riesce a mettere a tacere, rimasugli di un Medioevo che porta ancora con sé le cicatrici visibili di truculenti invasioni, spietati saccheggi, scorribande di popoli e martiri di massa. Gli artefici? Mongoli, russi, lituani, tartari, svedesi. E l’elenco potrebbe continuare.

SandomierzLa storia di tutti questi spietati predatori è proprio quella che ha ispirato il celebre pittore polacco Karol de Prevot. L’artista avrebbe realizzato, proprio qui a Sandomierz, una delle sue opere d’arte più celebri. Si tratta del settecentesco Martyrologium Romanum collocato all’interno della cattedrale del paese. Una Cattedrale che, ad un primo sguardo, risulta esteticamente gradevole. Ma a osservarla oltre il suo sfarzo, ci svela il lato più macabro della città. Ed è proprio qui che finalmente (!) potremo scoprire quale improrogabile evento porrà fine ai nostri giorni.

Dove l’arte diventa ironia e l’ironia si trasforma in profezia

Ispirato alle pittoresche danze macabre di Bosch nonché ai vari Giudizi Universali rinascimentali, Karol de Pervot ci ha lasciato in eredità un capolavoro artistico-concettuale degno dei più alti interrogativi filosofici sul senso della vita umana. E sull’ineluttabilità della sua fine, ovviamente. Nel ruolo di portavoce dell’intera storia cittadina, egli realizzò, sulle pareti della chiesa, una serie di 12 dipinti dalle dimensioni ciclopiche e raffiguranti scene di massacri collettivi conditi da una gamma incalcolabile di torture, assassinii, persecuzioni, olocausti ed eccidi di ogni fattura. Più nello specifico, si tratta dello sterminio dei frati domenicani, per mano dei tartari, nel 1260.

Le morti più tremende e il calcolo (approssimativo) del proprio trapasso

SandomierzC’è chi viene segato in due e chi è lanciato nel fiume con una pietra al collo; chi viene squartato e chi si ritrova trafitto da un palo e arrostito come un pollo allo spiedo. I meno fortunati vengono decapitati con un colpo di badile alla giugulare. O semplicemente infilzati in ogni dove con oggetti delle più disparate fatture. A quelli caduti nelle mani dei carnefici più fantasiosi, invece, può accadere di ritrovarsi inchiodati su due tavole di legno e morire soffocati tra esse.

Il ciclo è composto da 12 immensi dipinti, che simboleggiano i 12 mesi dell’anno. E accanto alle svariate immagini di tortura che si trovano nel loro interno, è collocato un numero che indica il relativo giorno del mese. Secondo la leggenda, una volta individuato il proprio mese corrispondente, si procede col cercare la cifra relativa al nostro giorno di nascita e il gioco è fatto. Dopodiché non ci resta che attendere. O, meglio, guardarsi le spalle.

Foto: Emanuela Crosetti