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Dino Maglio, stupratore seriale: salgono a 16 le vittime del carabiniere

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Dino Maglio è un carabiniere balzato agli onori della cronaca per essere uno stupratore seriale. Nella sua rete sono finite ben 16 vittime.

Dino Maglio era una persona dalla doppia vita. Di giorno, carabiniere integerrimo e la notte si trasformava in uno stupratore. Conosciamo meglio la storia di questo uomo dai due volti.

L’inchiesta

La Squadra Mobile giunse nella sua casa ad Arcella, pensava si trattasse solo di un caso e lui non fosse responsabile. Nessuno immaginava che Dino Maglio, 38enne in quel periodo, carabiniere a Teolo, potesse essere accusato di essere uno stupratore seriale. Una 17enne lo denunciò in seguito a una violenza prima di tornare in Australia. La giovane aveva raccontato che il carabiniere l’aveva drogata e stuprata.

In seguito alla denuncia della giovane 17enne, Dino Maglio è stato condannato a sei anni e mezzo. Dopo la denuncia della ragazza australiana, si scoprono altre vittime. Altre giovani ragazze prendono coraggio e raccontano di essere state violentate e abusate da lui. Oggi la storia di questo uomo giunge finalmente al capolinea, con il pm Giorgio Falcone che lo rinvia a giudizio e oggi sta scontando la sua pena ai domiciliari, a Tricase, in provincia di Lecce. Tra le accuse a lui rivolte vi sono: violenza sessuale aggravata, stato di incapacità procurato mediante la violenza, oltre alla concussione. Sono tutte accuse per le quale Dino Maglio potrebbe finire nuovamente a processo.

Dino Maglio

Le vittime

Tra le vittime del carabiniere, di cui si stima siano in totale 16, vi sono, oltre alla ragazza australiana e a quella americana, tantissime altre. Le vittime sono di vari paesi, Polonia, Canada, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, America, Hong Kong, ecc. Tutte queste giovani si sono fidate di lui che sul sito di Couchsurfing offriva un appartamento ad Arcella per chiunque cercasse una stanza in cui soggiornare durante il periodo in cui erano a Padova e in Veneto.

Essendo lui carabiniere che mostrava il tesserino, ovviamente le giovani si fidavano. Inoltre, il carabiniere si prodigava nei loro confronti preparando loro la cena e offrendo il suo vino speciale per stordirle e poi approfittarsi di loro. Gli stupri accertati sarebbero 4, mentre altre giovani non ricordano nulla di cosa sia successo una volta consumato il vino, composto da un mix di alcol e Tavor.

Dino Maglio

L’accusa di concussione

Oltre alle accuse di violenza, su di lui pendono ance quelle di concussione. Inoltre, il carabiniere avrebbe chiesto alle giovani di non postare o di cancellare commenti negativi relativi a lui sul sito di Couchsurfing. Nel caso quei commenti non fossero stati cancellati, lui «avrebbe potuto raccogliere informazioni tramite i dati del passaporto e del cellulare, denunciando e creando problemi in tutta Europa, in caso di controlli di polizia». Ovviamente, Maglio prova a difendersi da tutte queste accuse, dicendo di non averle mai violentate, che le giovani erano consenzienti. Insomma, accuse pesanti e smentite dalla denuncia della giovane australiana e dall’americana, a cui si sono accodate altre ragazze raccontando la loro esperienza.

I ritrovamenti

In casa di Maglio, la polizia della squadra mobile di Padova ha fatto ulteriori orribili scoperte. Nella sua abitazione infatti, l’ex militare, nascondeva nel suo computer centinaia di fotografie ritraenti circa ottanta ragazze di ogni nazionalità. Non fu solo questa la scoperta inquietante che i poliziotti fecero, trovarono anche diversi file di materiale pedopornografico in possesso di Maglio. Furono rinvenute anche un’arma da fuoco ritenuta illegale dai poliziotti e decine di pastiglie di un potentissimo sonnifero, utilizzate dallo stupratore assieme agli alcolici, in particolare vino e limoncello, per stordire le vittime e così violentarle. Proprio a causa del mix tra sonniferi e alcolici le ragazze violentate presentarono grandi vuoti di memoria, cosa che inizialmente non le aiutò a capire cosa fosse accaduto.