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Diritti, in quali materie l’Italia disobbedisce all’Europa

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In Italia continuano ad esistere obblighi che in altri Paesi europei sono stati ormai aboliti da anni. In materia di diritti, il nostro Paese resta ancora fanalino di coda, continuando ostinatamente a disobbedire al dettato europeo. Ecco in quali materie l’Italia non risulta allineata al resto dâ€...

In Italia continuano ad esistere obblighi che in altri Paesi europei sono stati ormai aboliti da anni. In materia di diritti, il nostro Paese resta ancora fanalino di coda, continuando ostinatamente a disobbedire al dettato europeo. Ecco in quali materie l’Italia non risulta allineata al resto d’Europa.

La pillola dei 5 giorni dopo, messa in commercio con il nome “EllaOne”. Questo contraccettivo d’urgenza serve alle donne che vogliono evitare una gravidanza a seguito di rapporto sessuale non protetto. La Commissione europea chiedeva agli Stati di vendere questo farmaco senza obbligo di esibire la ricetta, mentre l’Italia non solo chiede un test di gravidanza prima di accedere alla prescrizione del contraccettivo, ma anche stabilito che questa è obbligatoria.

Le adozioni da parte dei single: in Italia chi non ha un partner non può adottare un bambino, senza tenere conto che quasi cinquanta anni fa, con la Convenzione di Strasburgo, l’Europa ha statuito che i bambini possono essere assegnati anche “al solo adottante”. Tale lacuna non verrà colmata neppure con la prevista riforma sull’adozione. Per la legge italiana, nonostante il diverso orientamento europeo, passare dall’affido all’adozione sarà possibile soltanto per le coppie eterosessuali che siano coniugate.

Il diritto all’aborto: martedì scorso è stata approvata la relazione di Marc Tabarella sulla parità tra uomo e donna. Il documento conteneva un passaggio sul fatto che le donne abbiano libertà di scelta circa la possibilità o meno di portare avanti la gravidanza. Gli europarlamentari cattolici del Pd non hanno gradito questo riferimento all’aborto, e hanno dichiarato di approvare la relazione a patto di poter inserire un emendamento che consenta a ciascun singolo Stato di legiferare in maniera autonoma sull’argomento della “salute riproduttiva”.