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Dolceacqua: la storia di un borgo italiano

Dolceacqua

Dolceacqua è un piccolo borgo medievale in provincia di Imperia che sorge tra le due rive del torrente Nervia, nell’omonima valle. Il suo ponte ispirò il pittore impressionista Claude Monet. Nel XII secolo i Conti di Ventimiglia iniziarono la costruzione di un castello, che sarebbe stato acquist...

Dolceacqua è un piccolo borgo medievale in provincia di Imperia che sorge tra le due rive del torrente Nervia, nell’omonima valle. Il suo ponte ispirò il pittore impressionista Claude Monet. Nel XII secolo i Conti di Ventimiglia iniziarono la costruzione di un castello, che sarebbe stato acquistato nel 1270 da Oberto Doria, politico ed ammiraglio appartenente ad una potente famiglia ghibellina genovese dell’epoca della Repubbliche marinare, protetta dai Savoia contro le ambizioni espansionistiche della celeberrima famiglia dei Grimaldi di Monaco. L’edificio venne fatto ampliare dallo stesso Oberto e nei secoli successivi fino ad assumere l’aspetto che ha oggi. Nel XIV secolo venne abitato da Imperiale I Doria, detto il “Tiranno”, il quale introdusse lo ius primae noctis, un’abietta consuetudine secondo cui un signore poteva arrogarsi il diritto di trascorrere con una sposa del paese la sua prima notte di nozze. Ma una fanciulla di cui Doria si era invaghito, si ribellò: il suo nome era Filomena Lorenzi o Lucrezia Verrandi, figlia di Giuseppe, fornaio. Aveva meno di vent’anni e si era sposata per amore con un giovane di nome Basso: l’aveva fatto di nascosto, nel timore di vendetta da parte di Imperiale. A questo punto la leggenda ha due versioni: una a lieto fine, poichè la ragazza viene salvata da una rivolta popolare guidata dall’amato sposo, che porta finalmente alla cacciata del tiranno il 16 agosto del 1364. Tale ricorrenza si celebra ogni anno nello stesso giorno del mese con la preparazione di una famosa forma di pane dal nome allusivo di michetta, la quale viene donata alle ragazze del paese e richiesta loro dai ragazzi, cantando. La michetta viene calata allora da una finestra in un cestino e distribuita in beneficenza, quando se ne raggiunge una certa quantità.

Invece la seconda versione della leggenda di Filomena o Lucrezia è tragica, poiché prevede che la sposa venga portata via dagli scagnozzi di Doria proprio durante il banchetto di nozze e gettata in catene nelle prigioni della torre del castello per punire la sua ribellione al tiranno, che aveva cercato invano di abusare di lei, e condannata a morire di stenti dopo un mese di reclusione. Da allora il suo fantasma si aggirerebbe in alcune notti d’estate tra le rovine dell’edificio, nel borgo o in certe case del paese, dove forse avevano vissuto gli sgherri del crudele signore. Purtroppo la storia dice che successivamente Imperiale Doria venne rimesso al potere su Dolceacqua da parte di Genova.

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