> > Domanda sull’omosessualità in test universitario di Medicina: l’indignaz...

Domanda sull’omosessualità in test universitario di Medicina: l’indignazione della Ministra Fedeli

Domanda discriminatoria

Presentata Aa “Progress Test” di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino una domanda sulla percentuale di omosessualità maschile: indignati Ministra Fedeli e centro-sinistra.

Infuriano le polemiche su una domanda sull’omosessualità maschile comparsa in un test universitario di Medicina Chirurgia – dal secondo anno – e precisamente il “Progess Test”, presentato a 33mila studenti all’ateneo di Torino La domanda è la seguente: “Quale delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”.

Omosessualità come malattia

E sotto c’erano le relative risposte. La prima ad indignarsi è stata la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, definendo il quesito – il quale ovviamente implica che l’omosessualità venga ancora considerata una malattia – “di una gravità inaudita”, chiedendo di toglierlo dalla prova e che ne venga punito il responsabile. Vediamo questa e altre reazioni politiche nel dettaglio.

Il centro-sinistra protesta

Oltre alla Ministra Fedeli e alle associazioni LGBT, hanno espresso particolare indignazione per la domanda sull’omosessualità proposta nel test, Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sinistra Italiana, e Cathy La Torre, avvocata ed ex consigliera comunale di Sel a Bologna, attivista del Movimento LGBT e vicepresidente del Movimento identità transessuale (Mit), che hanno ricevuto la segnalazione del quesito sotto anonimato. “Vogliamo sapere e lo pretendiamo: la comunità medica italiana ritiene ancora che l’omosessualità sia una malattia? – chiedono con forza – Vogliamo sapere che senso ha chiedere a dei futuri medici la stima dell’omosessualità nell’uomo? Viene anche chiesta la stima della eterosessualità dell’uomo? Perché è bene ricordare – sottolineano – che eterosessualità e omosessualità sono entrambe ‘varianti’ naturali del comportamento umano”.

Sinistra Italiana si rivolge in particolare alla Conferenza del Presidi delle facoltà di Medicina: “Perché questa domanda nel 2017? Non certo per rendere medici e scienziati persone migliori e con meno pregiudizi. Indignarci e chiedere spiegazioni è il minimo che possiamo fare”, dice Cathy La Torre. Il Responsabile nazionale dei diritti dei giovani democratici, Michele Albiani, precisa che “l’omosessualità è stata eliminata dalla lista delle malattie mentali” – perché vi era inserita – “da ben 27 anni”. E non esclude che nello scrivere quella domanda del test di medicina – che comunque può essere una svista, per quanto grave – “vi sia stato dolo da parte di qualche funzionario del Miur … ai danni della ministra Fedeli, che da sempre ha a cuore le cause della comunità LGBT”. Perciò dà per “cosa certa” che ci sia da prendere “un provvedimento, tempestivo e trasparente, all’interno degli uffici”.

Le parole della Ministra dell’Istruzione

La Ministra Valeria Fedeli definisce episodio “incredibile e francamente inaccettabile” e si augura che la Conferenza dei Corsi di Laurea in Medicina provveda ad eliminare quel quesito e relative risposte, non considerandoli quindi nella valutazione del progresso nell’apprendimento da parte degli studenti. Inoltre auspica che “il responsabile di quanto accaduto sia adeguatamente sanzionato”. Fatti di questo tipo, ha sostanzialmente sostenuto la Ministra, sono sempre deprecabili, “tanto più nelle università italiane, che sono luoghi deputati non solo alla conoscenza, ma all’alta formazione, con tutto quello che questo significa. In termini culturali e di civiltà”. Chi dovere prenderà dunque i provvedimenti auspicati?