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Dottoressa violentata a Catania: le foto dell'aggressore

dottoressa violentata

Alfio Cardillo, l'aggressore della dottoressa violentata a Catania, aveva già ricevuto in passato denunce per maltrattamenti.

Lo stupro

La storia dello stupro della dottoressa violentata a Catania, nell’ambulatorio di Trecastagni, è tristemente famosa. Alfio Cardillo, un giovane uomo di 26 anni, si è recato nell’ambulatorio nella notte tra lunedì e martedì, dicendo di aver bisogno di cure mediche. Ma si è capito subito che l’uomo non aveva buone intenzioni: appena è entrato nello studio ha staccato il telefono fisso e ha distrutto il pulsante d’emergenza, per far sì che la dottoressa non chiamasse il 112 per chiedere soccorso. Alfio si è arrabbiato sempre di più, distruggendo l’arredo dello studio e poi buttandosi sulla dottoressa di 51 anni. La povera dottoressa è stata violentata ripetutamente nelle 2-3 ore che è stata rinchiusa nello studio con quell’uomo. La dottoressa violentata è riuscita a divincolarsi e a chiamare aiuto solo dopo molto tempo. A quel punto i vicini hanno avvertito le forze dell’ordine ed è finito tutto.

Alfio Cardillo

Ora che il ragazzo è sotto processo tutti si interessano a scoprire chi sia davvero. Ha 26 anni, è un operaio ed è originario di Santa Venerina. Visitando il suo profilo Facebook ora è possibile vedere la sequela di insulti e minacce che tutti gli hanno lasciato in bacheca per via della dottoressa violentata. Ma scavando nel profilo si vedono anche le foto che postava: foto di lui che lavora, sollevando enormi tronchi. Era appassionato di bodybuilding e si vede che ci teneva tanto al suo fisico. Tante, infatti, sono le foto di lui che mette i muscoli in vista o cerca di farsi raffigurare in pose dove mostra la sua forza. Quello che può sembrare il banale profilo Facebook di un ragazzo palestrato è, però, anche il profilo di un uomo che già in passato era stato denunciato per maltrattamenti: un campanello d’allarme decisamente da non ignorare.

Due pesi due misure

Il sindaco del paese di Alfio, Giovanni Barbagallo, testimonia addirittura che giovane abbia seguito un trattamento sanitario obbligatorio e poi abbia anche fatto i servizi sociali del comune. Altri segnali che avrebbero dovuto far sorvegliare con più attenzione i movimenti di Alfio. Il destino della dottoressa violentata non solo poteva essere cambiato, ma non è diverso da quello di altre donne che, purtroppo, di recente hanno subito violenza. Ma, come già era capitato per il caso delle turiste americane violentate da due carabinieri, si tende a essere più cauti nei giudizi quando il violentatore è un uomo italiano. Al contrario quando a violentare è un uomo di provenienza straniera si tende a sparare a zero. Anche questa polemica è sorta nel caso della dottoressa violentata a Catania e anche stavolta ci sono voci contrastanti, a partire dal concetto di stupro in primis. Quello che dovrebbe essere chiaro, invece, è che non conta chi abbia commesso lo stupro, ma che la vittima ha sofferto e soffrirà sempre alla stessa maniera.

(Il ministro Lorenzin, infatti, chiede interventi drastici: “Dottoressa violentata, Lorenzin e Gucciardi: ‘Interventi drastici’“)