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Edilizia: peggiorano le attese su fatturato, occupazione e manodopera esterna

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In provincia di Cuneo per il settore delle costruzioni non si intravedono minimi segnali di ripresa. È quanto emerge dalla previsione luglio-dicembre 2012, curata dal Centro Studi dell’Ance Piemonte cui hanno collaborato circa 300 imprese. “Le attese su fatturato, occupazione e ricorso alla...

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In provincia di Cuneo per il settore delle costruzioni non si intravedono minimi segnali di ripresa. È quanto emerge dalla previsione luglio-dicembre 2012, curata dal Centro Studi dell’Ance Piemonte cui hanno collaborato circa 300 imprese. “Le attese su fatturato, occupazione e ricorso alla manodopera esterna sono addirittura peggiorate rispetto a sei mesi fa e non si intravedono minimi segnali di ripresa nemmeno in vista del 2013 – ha dichiarato Filippo Monge, presidente dei costruttori edili dell’Ance di Cuneo -. Le imprese sono costrette a ridurre il personale e non possono programmare investimenti nemmeno per i prossimi sei mesi anche a causa dell’impossibilità di accesso al credito”.
Nel Cuneese le imprese manifestano previsioni più negative, rispetto al precedente semestre di previsione, su fatturato (-49,2%; sei mesi fa era -42,4%), occupazione (-28,6%; sei mesi fa era -26,9%) e sul ricorso alla manodopera esterna (-39,7%; sei mesi fa era -22,6%). La quota di imprese che intende effettuare investimenti si riduce per un calo della componente ‘immobiliare’ mentre il portafoglio ordini aumenta leggermente. Le difficoltà di reperimento di manodopera qualificata diminuiscono e interessano il 17,7% delle imprese campione (19,1% nei sei mesi precedenti) mentre quelle per la manodopera generica risultano pari a zero. I tempi di pagamento dei committenti totali peggiorano (120 giorno contro 113,3 di sei mesi fa) e il costo del credito a breve risulta pari al 5,6%, confermando il dato della scorsa indagine.
In Piemonte, in generale, si registrano quasi per tutti i parametri dati ancora più negativi rispetto al Cuneese. Si rileva un forte peggioramento delle attese su fatturato, occupazione e ricorso a manodopera esterna con saldi rispettivamente pari a -52,8%, -39,2% e -50,9% (nello scorso semestre di previsione erano rispettivamente -45,5%, -29,7% e -30,3%), dati più negativi finora registrati. Le difficoltà di reperimento di personale generico e qualificato, come accaduto nel primo semestre 2012, subiscono una flessione e confermano le difficoltà delle imprese in ambito occupazionale. Il 17% delle imprese dichiara di avere difficoltà di reperimento di manodopera qualificata mentre l’1,3% ha difficoltà di reperimento di manodopera generica; sei mesi fa le percentuali erano rispettivamente il 18,6% e il 2,3%. La quota di imprese che intende effettuare investimenti si riduce notevolmente rispetto alla scorsa indagine e interessa il 13,3% delle imprese contro il 23,2% di sei mesi fa. Ulteriore conferma della situazione di crisi è data dalla diminuzione del portafoglio ordini, inteso come aspettative di lavoro nel settore privato e nel settore pubblico, che passa da 10,2 mesi del semestre scorso a 9,1. “Purtroppo i dati dell’indagine si commentano da soli: la crisi ha raggiunto livelli non più sostenibili – conclude Monge –. Sono tutti dati molto preoccupanti ai quali si aggiunge il gravissimo problema dei ritardati pagamenti, non più tollerabile: occorrono interventi tempestivi per lo sblocco dei pagamenti. Se nulla accadrà, a breve molte delle imprese, già fortemente penalizzate per la riduzione del mercato, saranno costrette a chiudere”.