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Effetto Grecia: meno 100 miliardi sui mercati. Attesa per la BCE.

mario draghi

La prima giornata di mercato post referendum è stata negativa, ma non tragica come alcuni potevano aspettarsi. Tutte le borse, in tutto il mondo, hanno chiuso in calo, anche se con numeri ben diversi da caso a caso. Questo a conferma, semmai ce ne fosse la necessità, del fatto che l’argomento...

La prima giornata di mercato post referendum è stata negativa, ma non tragica come alcuni potevano aspettarsi.

Tutte le borse, in tutto il mondo, hanno chiuso in calo, anche se con numeri ben diversi da caso a caso. Questo a conferma, semmai ce ne fosse la necessità, del fatto che l’argomento non sono i guai di un piccolo paese europeo, ma il sistema intero all’interno del quale esso è inserito.

Tokyo, per fuso orario, chiude per prima attorno al -2%, poi arrivano le piazze europee, con Londra a -0.76%, Francoforte -1.56%, Parigi a -2.01% e Milano (la peggiore) a -4.03%. Chiude Wall Street, dove Nasdaq, Dow Jones e S&P 500 oscillano attorno al -0.3%.

Poteva andar peggio, appunto, ma ciò non toglie che, solo con la giornata di ieri, si siano bruciati circa 100 miliardi. Il sistema finanziario potrebbe, già da oggi (Tokyo ha riaperto in positivo poche ore fa, ad esempio), rispondere a precisi stimoli recuperando tutto e addirittura andando oltre, ma la prospettiva dipende da diversi fattori.

A condizionare tutte le contrattazioni è l’incertezza di questi momenti: nessuno osa prevedere cosa succederà d’ora in avanti, perciò non ci sono grosse azioni di vendita o di acquisto. In più, la Grecia non ha ancora riaperto le contrattazioni, quindi gli effetti dello stato reale del mercato finanziario ellenico non si sono ancora visti.

In più, e forse è l’aspetto più importante di tutti, la BCE non ha ancora fatto la sua mossa. L’istituto di Mario Draghi è il primo creditore di Atene e da lui dipende l’impostazione iniziale dei negoziati: se la BCE dimostrerà di credere nella Grecia, manterrà i fondi di emergenza alle banche tramite lo sportello Ela o, addirittura, potrà decidere di aumentarli, creando un senso generale di fiducia.

Ma se dovesse decidere di interrompere gli afflussi di liquidità verso Atene, i mercati potrebbero reagire con vendite incontrollate e spaventosi cali generalizzati su tutte le piazze, ovvero quelli che alcuni analisti hanno definiti gli scenari di ‘panic selling’.