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Egitto, attacco ai cristiani: colpito un bus, almeno 35 i morti

Egitto

Egitto, attacco armato a un bus che trasportava cristiani copti a Menyah. A riferirlo sono alcuni media locali e testimoni, le cui voci sono riportate all’agenzia Reuters. Il governatore provinciale ha confermato l’accaduto, parlando di 35 morti e 25 feriti. I cristiani copti sono da tempo nel ...

Egitto, attacco armato a un bus che trasportava cristiani copti a Menyah. A riferirlo sono alcuni media locali e testimoni, le cui voci sono riportate all’agenzia Reuters. Il governatore provinciale ha confermato l’accaduto, parlando di 35 morti e 25 feriti.

I cristiani copti sono da tempo nel mirino dell’estremismo, in Egitto. Ad aprile, nel giorno della domenica delle palme, dei kamikaze hanno colpito chiese a Tanta e ad Alessandria, provocando oltre 45 morti.

Il precedente attacco

Ad aprile, durante la domenica delle palme, ci furono due attacchi kamikaze. Il primo attacco, avvenuto nel primo mattino all’interno della chiesa a Tanta, città sul delta del Nilo, aveva provocato 27 morti e 78 feriti. Il secondo, messo a segno da un kamikaze, ha avuto luogo qualche ora dopo ad Alessandria, che è la “capitale” copta in Egitto, fuori dalla chiesa di San Marco, dove era presente il patriarca della Chiesa Copta Tawadros II: il bilancio, fornito dal ministero della Salute, era stato di 17 morti e 48 feriti. Dopo aver proclamato tre giorni di lutto nazionale, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi aveva dichiarato l’instaurazione dello stato d’emergenza per la durata di tre mesi. Tutto questo era successo a ridosso della prevista visita del Papa, che era programmata per il 28 e 29 aprile.

La rivendicazione dell’Isis

I miscredenti devono capire che pagheranno con il sangue dei loro figli, che scorrerà a fiumi“, si leggeva nella nota di rivendicazione diffusa da Amaq, l’agenzia di stampa del Califfato, in cui furono riportate anche le identità degli attentatori suicidi, due cittadini egiziani: Abu Al-Baraa Al-Masri ad Alessandria e Abu Ishaaq Al-Masri a Tanta, probabilmente i loro nomi di battaglia da jihadisti (in arabo al-Masri vuol dire egiziano). Nella stessa Tanta, le forze di sicurezza egiziane avevano poi disinnescato, secondo un quotidiano locale, due ordigni che erano stati piazzati nella moschea Sidi Abdel Rahim, la seconda più importante della città, con all’interno un santuario Sufi. Il presidente al-Sisi ha ordinato il dispiegamento di unità speciali dell’esercito per garantire la sicurezza nei luoghi più sensibili dell’Egitto.

La paura dei cristiani

Mona Mounir, deputata egiziana di religione copta, aveva invocato una revisione dei piani di sicurezza, “adottando misure preventive per proteggere le chiese ed siti sensibili“. Gli eventi odierni – afferma Mounir “sono la prova che siamo in una grave guerra contro il terrorismo e mostrano un fallimento di sicurezza“. Sentimento, questo, largamente condiviso dalla comunità cristiana. Lo si percepiva nettamente al di fuori della chiesa di Tanta, dove una folla di copti si è radunata qualche ora dopo l’attentato, indossando abiti neri. “Ci sentiamo un bersaglio” ha detto più di una persona riflettendo una condizione, che, seppur non idilliaca nei tempi passati, quando comunque casi di islamici che attaccavano e incendiavano case e chiese dei cristiani, perlopiù nelle aree rurali, non erano infrequenti, è sensibilmente peggiorata con l’affermarsi dell’Isis.

Qui non è sicuro per noi e i nostri bambini, non c’è sicurezza” e protezione “da parte della polizia“, ha sostenuto Suna William, la stessa donna che ha detto di aver visto tre uomini allontanarsi, lamentando che dopo ogni attentato o atto di violenza, il governo promette che è “l’ultima volta”, senza poi riuscire a proteggere la minoranza cristiana. “La colpa è della polizia, non controlla”, ha ripetuto un uomo con accanto a lei, con indosso un golf azzurro, mentre un’altra donna vestita urlava: “Tutto il mondo lo deve sapere, non ci proteggono“, reagendo all’intervento di un uomo che cercava di allontanare giornalisti e curiosi che la stavano ascoltando.