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Egitto, truppe governative uccidono per errore 12 turisti

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Arriva dall'Egitto la notizia che le truppe governative avrebbero fatto fuoco su alcuni mezzi che trasportavano turisti, scambiandoli per veicoli dei miliziani dello Stato Islamico, facendo almeno 12 morti e 10 feriti. Una prima ricostruzione è già stata fornita dal Ministero dell'Interno del C...

Arriva dall’Egitto la notizia che le truppe governative avrebbero fatto fuoco su alcuni mezzi che trasportavano turisti, scambiandoli per veicoli dei miliziani dello Stato Islamico, facendo almeno 12 morti e 10 feriti.

Una prima ricostruzione è già stata fornita dal Ministero dell’Interno del Cairo, secondo il quale “polizia ed esercito, in un’operazione congiunta, erano sulle tracce di elementi terroristici nel deserto occidentale, nell’area di Al-Wahat, quando si sono imbattuti per errore con quattro fuoristrada appartenenti a dei turisti messicani in viaggio in una zona proibita. I soldati hanno scambiato i veicoli dei turisti e delle guide egiziane per quelli di miliziani dell’Is”.

Le autorità egiziane hanno già aperto un’inchiesta, per cercare di capire che se i militari abbiano agito secondo le consegue o se, in effetti, il fuoco sia stato aperto senza che vi fossero le condizioni. Delle 12 vittime, 2 sarebbero turisti messicani, fatto gravissimo che ha indotto il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, a richiedere immediati chiarimenti al governo egiziano in via ufficiale.

Il bilancio delle vittime dell’episodio potrebbe anche aggravarsi, perché, almeno al momento, non si hanno notizie circa le condizioni dei feriti.

L’imbarazzo, da parte dell’Egitto, è molto grande, ma non può sfuggire il fatto che la situazione del paese è davvero molto delicata. Le truppe del Califfato si aggirano sempre più spesso lungo il confine libico e, quest’estate, in Egitto si sono verificati episodi di terrorismo di matrice filo jihadista molto gravi, a cominciare dall’assassinio del procuratore generale Hisham Barakat, avvenuto a fine giugno.

Mentre dalla vicina Libia sembrerebbero arrivare notizie confortanti circa alcuni risultati che il mediatore ONU Bernardino Leon sarebbe riuscito a raggiungere nell’ottica della stabilizzazione e della pacificazione del paese, il caos sembra invece volersi estendere anche all’Egitto. Nessun commento ufficiale da parte di esponenti della comunità internazionale, che, però, si può essere certi che guardi da tempo al Cairo con una certa apprensione, visto il ruolo strategico del paese, cuscinetto fra la presenza dell’Isis in Medio Oriente e quella, ormai consolidata, in Libia.