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Elezioni: tutto sulle regole dell'incandidabilità

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Una decina di articoli costituiscono la bozza del decreto sull'incandidabilità dei condannati. La conferma che è tutto pronto, è arrivata ieri dal Ministro Cancellieri, al margine delle celebrazioni del 4 novembre. Siamo ai dettagli. Dettagli che saranno definiti in settimana durante l'incontro t...

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Una decina di articoli costituiscono la bozza del decreto sull’incandidabilità dei condannati. La conferma che è tutto pronto, è arrivata ieri dal Ministro Cancellieri, al margine delle celebrazioni del 4 novembre. Siamo ai dettagli. Dettagli che saranno definiti in settimana durante l’incontro tra i ministri Severino e Griffi. Domani al Viminale ci sarà il primo incontro. Tempo 15 giorni e tutto dovrebbe essere definito. Il documento, smussati gli ultimi angoli, passerà al vaglio del Parlamento. Una cosa è certa, tutto deve essere pronto in tempo utile per le elezioni Politiche del 2013. Previste, entro fine legislatura, nuove norme sulla trasparenza e le incompatibilità degli incarichi dirigenziali. La candidatura, prevede il decreto, sarà preclusa a quanti hanno subito condanne definitive superiori ai due anni per reati di grave allarme sociale e contro la pubblica amministrazione. Da chiarire la questione patteggiamento. Lo spiega il prefetto Bruno Frattasi, intervistato dal Corriere della Sera:

Nel nostro schema di decreto il patteggiamento è paragonato alla condanna definitiva.

Altro punto da chiarire è la durata dell’incandidabilità:

se il giudice non ha inflitto al condannato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, significa che il condannato prima o poi tornerà candidabile. Il decreto servirà appunto a chiarire quando.

Un nodo importante da sciogliere è quello della frode fiscale. Tale reato, allo stato attuale, non rappresenta un ostacolo alla candidatura. Nell’incintromdi domani al Viminale, si spera, le cose potrebbero cambiare e la frode fiscale potrebbe essere inserita nel decreto come criterio di non candidanilità. A quel punto però, visto che tra i banchi del Parlamento c’è più di un interessato alla questione “Frode fiscale”, cosa accadrà?
Vincenzo Borriello