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Ergastolo per Ratko Mladic, condannato per il genocidio di Srebrenica

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Ergastolo per Ratko Mladic. La Corte Penale Internazionale ha deciso di condannare all'ergastolo l'ex generale comandante delle truppe serbo bosniache.

Ergastolo per Ratko Mladic. La Corte Penale Internazionale ha deciso di condannare all’ergastolo l’ex generale comandante delle truppe serbo bosniache. La Corte lo ha ritenuto responsabile del massacro che si è consumato a Srebrenica. Le accuse nei suoi confronti dunque sono genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Tutti commessi durante la guerra tenutasi in Bosnia durante gli anni 1992 e 1995. Quest’uomo è sempre stato nominato come “boia dei Balcani”.

Ergastolo per Radko Mladic

Arriva l’ergastolo per l’ex generale comandante delle truppe serbo bosniache. L’uomo soprannominato “il boia dei Balcani” ora pagherà per tutto quello che ha commesso. Le accuse a suo carico sono: genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Dalla Corte Penale Internazionale è stato ritenuto colpevole di 10 degli 11 totali capi di accusa a suo carico.

Il processo

Durante la sentenza l’avvocato difensione di Ratko Mladic ha avanzato la richiesa di posticipare il verdetto al giudice. Il motivo è che l’ex generale comandante non si stava sentendo affatto bene. A quanto riferito sembrerebbe che Ratko Mladic stesse soffrendo di crisi di ipertensione, ma il giudice non ha voluto assecondare la sua richiesta. Di conseguenza l’accusato ha chiesto di poter andare in bagno a causa delle sue condizioni. L’uomo però è rimasto all’interno del bagno per oltre quaranta minuti.

Gli avvocati quindi hanno rinnovato la richiesta di sospendere la sentenza, ma il giudice, ancora una volta, non ha accettato. Anche se le condizioni di salute dell’assistito non erano delle migliori il giudice ha preteso che la sentenza andasse avanti. A tal proposito l’ex generale ha reagito in maniera poco consona. Ha cominciato ad urlare e a protestare contro i giudici. Il magistrato Alphons Orie, date le evidenti condizioni instabili di Ratko Mladic, ha chiesto alla sicurezza di accompagnarlo al di fuori dell’aula. La sicurezza così lo ha trasferito in un’altra stanza per ascoltare la sua sentenza.

Genocidio di Srebrenica

Il genocidio di Srebrenica, noto anche come il massacro di Srebrenica, è avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. In quegli anni, 1993-1995, migliaia di musulmani bosniaci furono uccisi. Il genocidio di massa è avvenuto esattamente l’11 luglio del 1995. Le truppe serbo-bosniache, guidate dal generale Ratko Mladic, e con l’aiuto di un gruppo paramilitare che si faceva chiamare “Scorpioni”, hanno commesso questo terribile crimine di guerra. Le vittime di questo massacro furono oltre le 8.372 anche se alcuni affermano che il numero supera di gran lunga i 10.000.

I fatti

Tutto inizia l’11 luglio, ma la mattina del 12 luglio il generale Ratko Mladic, ripreso da una videocamera dal giornalista serbo Zoran Petrovic, era intento a rassicurare la popolazione di Srebrenica. Aveva giurato agli abitanti che non gli sarebbe stato fatto del male. Ma così non era. Il giorno prima era già iniziato il massacro che ha visto, come prime vittime, umini e giovani ragazzi.

Donne, anziani e bambini furono trasferiti in una base dell’ONU che era distante qualche decina di chilometro. Ma tutti gli uomini e i ragazzi in età militare furono trasportati all’interno della cosiddetta “Casa Bianca”. In questo luogo si verificò il massacro di migliaia di giovani. Il tutto fuori dalla vista dei militari dell’ONU. Alcuni testimoni affermano anche di aver visto alcune uccisioni sporadiche all’interno della cittadina, ad esempio, un bambino di dieci anni fu accoltellato.

Il massacro

L’uccisione di queste persone fu calcolata, precisa e ha tutte le carte in regola per essere paragonata ad un’esecuzione nazista. Tutti i maschi, adolescenti e non, furono trattenuti e uccisi con colpi di arma da fuoco alla testa, raffiche di mitragliatore e non contenti li seppellirono tutti in fosse comuni. Come animali. Negli anni successivi i corpi sono stati identificati grazie all’esame del DNA e grazie agli oggetti personali. Non sono mancate anche prove e testimonianze da parte di alcuni superstiti che sono state raccolte dallo stesso Tribunale Internazionale. Su circa 10.000 solo 6930 sono state identificate.

La fuga di Ratko Mladic

Prima di questa sentenza l’ex generale Ratko Mladic si è dato più volte alla fuga. Per anni riuscì con successo a nascondersi in vari luoghi. Per primi utilizzò i bunker atomici che rimasero incustoditi fin dal periodo di Tito in Bosnia, poi si rifugiò anche a Belgrado dove venne tutelato e protetto dai servizi segreti serbi. Il boia ha vissuto per anni indisturbato. Viveva in una casa, isolata, tranquilla senza alcun problema.

Da pensionato trascorreva una vita tra passeggiate e partite di ping pong, senza che i suoi crimini fossero minimamente contestati. Molto più tardi la Serbia si decise a collaborare. E da quel momento fu eseguito il mandato di cattura internazionale. Senza più protezione il destino, inevitabile, lo ha portato finalmente a scontare quanto avrebbe dovuto già tempo fa. Anche se ora è in uno stato di vecchiaia in condizioni precarie di salute, sarà costretto a finire i suoi anni all’interno di un carcere. L’ex generale, in ogni caso, ha dichiarato di voler presentare ricorso contro la sua condanna e il suo avvocato, Dragan Ivetic è convinto che avrà successo. Staremo a vedere.