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Eutanasia in Italia: ecco cosa prevede la legge

Eutanasia in Italia: ecco cosa prevede la legge

Mentre la discussione della legge sul fine vita è ferma da mesi in Parlamento, ecco cosa prevede la legislazione italiana riguardo a eutanasia e interruzione volontaria delle cure. Alcuni recenti casi di cronaca hanno riacceso i riflettori sul tema dell'eutanasia, una questione della quale in Ita...

Mentre la discussione della legge sul fine vita è ferma da mesi in Parlamento, ecco cosa prevede la legislazione italiana riguardo a eutanasia e interruzione volontaria delle cure.

Alcuni recenti casi di cronaca hanno riacceso i riflettori sul tema dell’eutanasia, una questione della quale in Italia si discute da anni. Le lunghe e travagliate vicende giudiziarie di Eluana Englaro e Piergiogio Welby e in questi giorni quella di Fabio Antoniani, in arte Dj Fabo, che si è dovuto recare in Svizzera per poter ottenere il suicidio assistito, hanno fatto discutere la politica e l’opinione pubblica. Questo, però, non è bastato perché nel nostro Paese si approvasse una legge sul testamento biologico e il fine vita.

Attualmente in Italia l’eutanasia, il suicidio assistito e ogni altra forma di intervento attivo sono proibiti. Si definiscono interventi attivi tutti quelli che implicano la somministrazione di un farmaco letale, senza il quale la vita del paziente continuerebbe autonomamente. Sono invece consentiti gli interventi passivi, cioè quelli che si basano su un’interruzione volontaria delle cure che tengono in vita l’individuo. Pertanto, nei casi in cui la situazione del paziente è considerata disperata e irreversibile e dipende in tutto e per tutto dai trattamenti sanitari, è possibile sospendere la respirazione meccanica, così come la nutrizione e l’idratazione forzate. Lo stop ai trattamenti che tengono in vita il paziente, comunque, può avvenire solo a seguito di un’apposita sentenza emessa da un giudice.

La sospensione volontaria delle cure è possibile in base al diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che garantisce a ciascuno la libertà di non essere “obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Nei casi di stop ai trattamenti che tengono in vita il paziente, infatti, il dibattito si è concentrato sul fatto di considerare o meno respirazione, nutrizione e idratazione forzate come terapie.

Eutanasia e suicidio assistito, invece, sono reati che rientrano nelle fattispecie previste dagli articoli 579 e 580 del Codice Penale, che riguardano l’omicidio del consenziente e l’istigazione o l’aiuto al suicidio, e prevedono pene che possono arrivare fino ai 12 anni di detenzione. Una condanna di questa portata potrebbe arrivare anche per Marco Cappato, presidente dell’Associazione Luca Coscioni, che ha accompagnato Dj Fabo in Svizzera.

Proprio l’Associazione Luca Coscioni da anni porta avanti una campagna per l’eutanasia legale, che è culminata, il 3 marzo 2016, nella presentazione in Parlamento di una proposta di legge dal titolo “Norme in materia di eutanasia”. La proposta, tuttavia, si è arenata nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera. Se dovesse essere approvata, la legge introdurrebbe – tra le altre novità – il testamento biologico, che consentirebbe di mettere per iscritto le proprie volontà da rispettare in caso di incoscienza.