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Expo 2015, Beppe Sala ha chiesto processo immediato per le accuse di falso

expo 2015

Expo 2015, Beppe Sala ha chiesto il processo abbreviato nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato per falso. Si è detto certo della sua innocenza.

Expo 2015, Beppe Sala sarà processato con rito abbreviato per le accuse di falso. È stato l’attuale sindaco di Milano, che era l’amministratore delegato dell’Esposizione universale di due anni fa, a richiederlo. Beppe Sala si è anche detto sicuro che, alla fine, verrà provata la sua totale estraneità ai fatti imputatogli. Verrà quindi saltata l’udienza preliminare fissata per il 14 dicembre. È lo stesso Beppe Sala a comunicarlo tramite la sua pagina di Facebook. Il sindaco di Milano risulta indagato in qualità di ex commissario Expo. I magistrati di Milano accusano Sala di aver retrodatato due verbali della commissione giudicatrice della gara.

Expo 2015 Sala

Giuseppe Sala, attuale primo cittadino di Milano, attraverso i suoi avvocati, ha chiesto di essere processato con il rito immediato. Verrà così saltata la fase dell’udienza preliminare. Questa era stata fissata per il 14 dicembre. L’accusa di cui Beppe Sala deve rispondere, è quella di falso nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto per la Piastra dei servizi di Expo 2015. Il sindaco milanese lo ha comunicato su Facebook. I suoi legali lo hanno confermato.

expo 2015

Post Facebook Sala

Beppe Sala ha scritto su Facebook: “Poiché sono certo che verrà riconosciuta la mia innocenza ed è mia intenzione accelerare quanto più possibile i tempi del processo, ho dato mandato ai miei legali affinché chiedano che si proceda con giudizio immediato”. Giuseppe Sala motiva in questo modo la decisione sulla sua pagina di Facebook. Il rito abbreviato si tratta della modalità più rapida che la legge processuale prevede per arrivare velocemente all’accertamento nel merito delle ipotesi di accusa attraverso il vaglio dibattimentale. ”Da oggi il mio auspicio è che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità e, quindi, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati”. Giuseppe Sala assicura poi che ha sempre agito per il bene comune ”e continuerò a farlo”.

Sono trascorsi, aggiunge, “più di cinque anni dai fatti che mi vengono imputati e le indagini preliminari, pur protratte per un periodo di tempo inusualmente lungo, non hanno evidenziato alcun elemento di prova idoneo a supportare l’accusa che mi viene mossa. In tanti atti è possibile leggere che mai nessuno è stato favorito, ma che l’unica finalità perseguita è stata quella digarantire il rispetto dei tempi per l’apertura dell’Esposizione Universale”. Il sindaco di Milano ricorda che quegli stessi fatti erano già stati valutati come privi di rilevanza penale. Così è risultato sia dalla Guardia di Finanza delegata alle indagini, sia dalla stessa Procura della Repubblica di Milano.

Caso verde

Beppe Sala è sotto inchiesta anche per turbativa d’asta, in relazione alla fornitura di 6000 alberi all’Expo 2015. Giuseppe Sala, Pierpaolo Perez, responsabile dell’Ufficio gare e contratti di Infrastrutture lombarde, e Antonio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture lombarde, avrebbero condizionato la gara per aver “aderito, anche su pressione di esponenti politici della Regione Lombardia, ente socio di Expo 2015, nella misura del 20% alle richieste dell’associazione Lombarda Florivivaisti effettuate con lettera del 16 novembre 2011 inviata al Presidente della Regione Lombardia e all’ad di Expo 2015 finalizzata all’affidamento della fornitura delle essenze arboree da utilizzare nel sito dell’Espozione Universale 2015 a una o più ditte aventi sede in Lombardia”.