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Fabrizio Corona scrive dal carcere ad Alfonso Signorini

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L’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona scrive una lettera indirizzata al giornalista Signorini, mettendolo al corrente della riduzione di pena ottenuta: dovrà infatti scontare nove anni di reclusione anziché tredici. A questo punto i legali di Corona potrebbero chiedere anche una pena alterna...

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L’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona scrive una lettera indirizzata al giornalista Signorini, mettendolo al corrente della riduzione di pena ottenuta: dovrà infatti scontare nove anni di reclusione anziché tredici. A questo punto i legali di Corona potrebbero chiedere anche una pena alternativa alla detenzione.

Dal carcere di Opera Corona scrive anche dei suoi progetti futuri. Ecco il testo della lettera: “Ciao direttore sono passati quasi 14 mesi dal giorno del mio arresto, precisamente 410 giorni, e tante cose sono successe, tante cose sono cambiate, ma una in particolare mi è rimasta in mente e mi ha dato, e mi dà ancora, la forza di andare avanti. Sono le parole di uno dei miei due avvocati, Gianluca Maris: ‘Fabrizio qualsiasi cosa accada resta sempre te stesso, non cambiare mai e soprattutto ricordati sempre che alla fine ciò che è giusto vince’.

C’è sempre un limite e una linea d’ombra da superare per conoscere se stessi, e spesso per farlo bisogna passare da una disfatta. Per me la disfatta è stato il carcere. Ma è anche vero che il carcere mi ha fatto bene, mi ha reso un altro, mi ha fatto superare tutte le mie ossessioni. Sono finalmente riuscito a fermarmi, pensare, riflettere e capire. Oggi ho capito, e quando un giorno uscirò mi riprenderò tutto, ma solo quello che ho capito di volere veramente e per cui vale la pena vivere. La libertà dovrà arrivare quando avrò finito il mio percorso di uomo nuovo, quando potrò essere veramente felice, riuscire a godere delle piccole cose della vita, vivere di amore senza compromessi e doppi fini, essere vero, essere me stesso, costruire per creare e lasciare il segno, non avere più sensi di colpa, guardarmi allo specchio ed essere orgoglioso di me”.