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Il fantasma di Caterina Sforza nella Rocca di Dozza

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Un po’ di storia La Rocca di Dozza, costruita nel XIII secolo, si trova nell’omonimo comune in provincia di Bologna. Iniziamo a raccontare la sua lunga e complessa storia a partire dal 1488, anno in cui morì assassinato il signore feudale Girolamo Riario, lasciando vedova sua moglie, Cate...

Un po’ di storia

La Rocca di Dozza, costruita nel XIII secolo, si trova nell’omonimo comune in provincia di Bologna. Iniziamo a raccontare la sua lunga e complessa storia a partire dal 1488, anno in cui morì assassinato il signore feudale Girolamo Riario, lasciando vedova sua moglie, Caterina Sforza, che divenne una delle donne più influenti del Rinascimento. Nel 1494 la nobildonna fece restaurare la fortezza dall’ingegnere militare Giorgio Marchesi, grazie al quale divenne ancora più sicura: per esempio i muri furono portati allo straordinario spessore di circa una decina di metri e fu costruito un torrione al lato dell’entrata che venne chiamato “Torresino”. Tuttavia il castello, nonostante la strenua difesa opposta da Caterina, non potè resistere, nel 1499, all’assedio delle truppe papali di Cesare Borgia – figlio di Alessandro VI –, detto il Valentino: dette truppe conquistarono sia Dozza che la vicina Imola. Nel 1504 Papa Clemente VII diede a quest’ultima la giurisdizione sulla rocca, poi la cedette nel 1529 alla nobile famiglia Malvezzi di Castel Guelfo e solo due anni dopo al cardinale Lorenzo Campeggi per 4000 scudi d’oro. Fu così che cominciò una lunghissima causa legale tra i Malvezzi e i Campeggi, che si risolse solo quando, nel 1728, la famiglia Campeggi si estinse e l’ultima discendente, Francesca Maria, sposò uno dei Malvezzi, Matteo; dopodichè il loro figlio Emilio, che aveva acquisito i nomi di entrambi i genitori, ottenne in eredità il castello e il feudo, abolito poi da Napoleone. L’edificio rimase comunque proprietà dei Campeggi Malvezzi fino al 1960, quando fu acquistato dal Comune di Dozza (o Dozza Imolese).

Il personaggio “leggendario” di Caterina Sforza

Il nome “Sforza” non può che essere legato ai celeberrimi Duchi di Milano. Forse fu proprio lì che, nel 1462/1463, nacque Caterina, figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Landriani, moglie di Gian Pietro Mandriani, siniscalco di corte. Quando Galeazzo sposò Bona di Savoia, cognata del Re di Francia, Caterina fu affidata alle sue cure e considerata sua figlia a tutti gli effetti. Nel 1477 fu data in sposa a Girolamo Riario, nipote del Papa Sisto IV e signore di Imola – dal 1480 anche di Forlì -, benchè fosse di umilissime origini in quanto figlio di un calzolaio – così fu descritto anche da Niccolò Machiavelli –. Dopo l’assassinio di suo marito nel 1488, Caterina divenne reggente delle signoria di Imola e di Forlì per il figlio Ottaviano. Anni dopo sposò Giovanni de’ Medici, dal quale ebbe Giovanni Ludovico di Giovanni de’ Medici, che sarebbe diventato il famoso condottiero Giovanni delle Bande Nere o dalle Bande Nere, citato da Dante nella Divina Commedia.

Dopo la strenua quanto inutile difesa della Rocca di Dozza dall’invasione da parte di Cesare Borgia, il 12 gennaio del 1500 Caterina divenne sua prigioniera, subendo numerose umiliazioni, finchè la Francia non ottenne la sua liberazione. Si spense il 28 maggio 1509 a Firenze, dove si era trasferita. A lei, conosciuta come donna dal carattere forte e vendicativo, erano attribuite conoscenze farmaceutiche – trasmesse dallo speziale ed arcidiacono della Cattedrale di Forlì -, alchemiche e magiche. Tutti questi fattori contribuirono a fare entrare Caterina Sforza nella leggenda, insieme al suo presunto fantasma che sarebbe stato visto da appassionati del paranormale e da sensitivi, aggirarsi ancora nel castello che aveva cercato di difendere con così tanto coraggio – e così pure nella Rocca di Imola -.

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