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I fantasmi del Parco di Monza

villa reale monza

Chi ha detto che i fantasmi si troverebbero solo nei castelli o in luoghi chiusi? Per esempio alcuni vagherebbero nello storico Parco di Monza, la cui costruzione venne ufficialmente decisa con decreto napoleonico il 14 settembre del 1805, voluta da Eugenio di Beauharnais, figliastro di Bonaparte...

Chi ha detto che i fantasmi si troverebbero solo nei castelli o in luoghi chiusi? Per esempio alcuni vagherebbero nello storico Parco di Monza, la cui costruzione venne ufficialmente decisa con decreto napoleonico il 14 settembre del 1805, voluta da Eugenio di Beauharnais, figliastro di Bonaparte e viceré del Regno d’Italia, in aggiunta ai Giardini della famosa Villa Reale. Ques’area verde fu realizzata dagli architetti Luigi Canonica – uno dei principali esponenti del neoclassicismo italiano – e Luigi Villoresi, il quale era anche botanico e appunto realizzatore di giardini. A nord del parco vi è un bosco chiamato “Bosco Bello”, con alberi secolari e una natura selvaggia che evocano l’ambientazione di antichi e misteriosi riti pagani: è la dimora ideale per i fantasmi. Della loro presenza in questo luogo, racconta una sorta di guida turistica intitolata “Monza, passeggiata nel Real Parco”, scritta nel 1841 a beneficio dei milanesi dal fisico Giovanni Antonio Mezzotti, socio onorario dell’Ateneo di Bergamo.

I fantasmi dei due infelici innamorati Rosa de’Peregalli e Gian Guidotto de’ Lesmi

La storia di questi due giovani del XIV secolo, narrata nell’appena menzionata guida di ottocentesca, ricorda quella shakespeariana di Romeo e Giulietta: la bellissima Rosa de’Peregalli da Peregallo e Gian Guidotto de’ Lesmi da Lesmo appartenevano a due famiglie rivali che vivevano nei loro castelli nella zona di Monza. Dopo un fitto scambio epistolare avuto di nascosto, decisero di sposarsi clandestinamente con l’aiuto di frate Lorenzo – casualmente lo stesso nome di quello che unì in matrimonio i due celeberrimi amanti di Verona -, eremita a Santa Maria delle Selve nei pressi del Parco, il quale poi riuscì in parte a riapacificare le famiglie dei due sposi. Purtroppo, però, poco dopo, Gian Guidotto venne ucciso a pugnalate nel Bosco Bello da Guido de’ Peregalli, parente di Rosa, e lei beve un veleno mortale datole da Gasparino de’ Lesmi, un parente del compianto marito defunto; così la faida tra le due famiglie riprese irrimediabilmente. Si dice che un’urna sepolcrale con una scritta in latino in ricordo della sfortunata coppia, fosse presente nel bosco fino al Settecento.

La Matta Tapina

Descritta come una donna “enorme, vestita di stracci”, viveva nel Bosco Bello nel periodo dell’occupazione spagnola e provava gusto a spaventare la popolazione di Monza, correndo sul proprio carro proprio come una matta. In Brianza talvolta, ad una bambina particolarmente vivace, si usa dire: “Mi sembri la Matta Tapina!”. Però ella era anche considerata una guaritrice attraverso rimedi di erbe, conoscitrice di piante e fiori, alla quale i monzesi si rivolgevano in caso di malattia. La leggenda narra che, ogni notte del 12 settembre, quando c’è la luna piena, la Matta Tapina corra ancora per il Parco di Monza sul suo carro, ripetendo formule magiche. A questa figura sono oggi dedicati eventi per bambini.

Il Cardinale Angelo Maria Durini a Villa Mirabello

Nel parco è presente una celebre villa, chiamata Villa Mirabello per la sua posizione panoramica su quelle bellezze naturali. Venne fatta costruire tra il 1656 e il 1675 su progetto dell’architetto Girolamo Quadrio dal Conte Giuseppe Durini, il cui padre Giovanni Giacomo, originario di Moltrasio, dopo essere diventato un noto banchiere a Milano ricevette alcuni diritti sul feudo monzese dalla nobile famiglia spagnola dei de Leyva, governatori del capoluogo lombardo e conti di Monza, ai quali apparteneva Marianna, futura Suor Virginia Maria, che ispirò la monaca di manzoniana memoria. Nel 1651 Giambattista Durini, primogenito del banchiere Giovanni Giacomo, ottenne tutti i possedimenti della zona e fu nominato conte da Re Filippo IV di Spagna, citato nei Promessi Sposi – era sostenuto da Don Rodrigo e dalla sua cerchia –. Ebbene, si narra che dopo le ore 21, quando la Villa Mirabello viene chiusa, al suo interno si odano passi ed una fragorosa risata maschile: sarebbe quella del Cardinale Angelo Maria Durini, che per molto tempo abitò l’edificio nel Settecento. Il fantasma dell’alto prelato riderebbe felice del fatto che, nel maggio 2005 – per celebrare il bicentenario della nascita del Parco – quella che fu la sua casa fosse stata finalmente restaurata e riaperta al pubblico con il suo magnifico Salone centrale affrescato.

Il Parco di Monza è legato anche a leggende di elfi, fate e folletti, sulle quali sono stati scritti romanzi e girati film, e a cui sono dedicati eventi che attraggono grandi e piccini.

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