Amber Ali La prima forma di nutrimento di ogni bimbo è l’allattamento al seno. Madri con molto latte, o con poco e chi non può allattare. Fino a quando?
L’allattamento al seno è per molte madri gioia pura, come lo è viceversa per i bimbi che assumono con quel latte il nutrimento migliore. Un latte ricco di anticorpi e di sostanze fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso e per la maturazione degli organi in crescita del bimbo.
Ci sono molte madri che non possono allattare: questo fatto è per loro fonte di disperazione e senso di colpa, perché di fatto è loro negato il primo contatto d’amore con il figlio, quello dello scambio di sé nel dare il proprio nutrimento al bimbo.
C’è però un momento in cui il latte materno può essere affiancato al biberon con latte artificiale e ad altri cibi solidi o cessare. Vediamo nel dettaglio i tempi di allattamento.
Tempi di allattamento materno e svezzamento del bimbo
Se è vero che diverse sono le condizioni di allattamento – psicofisiche, sociali, economiche e igieniche – che possono influire in un modo o nell’altro sulla scelta della madre del mezzo da usare per nutrire il bimbo, è altrettanto vero che ogni bambino è un caso a sé. Ogni bambino ha esigenze sue proprie e sta alla madre capire quali siano e quali i tempi giusti.
E’ la mamma che capisce quando ad esempio alle poppate va affiancato il cibo solido e quando la poppata al seno va interrotta.
Generalmente dopo 6 mesi il latte materno necessita di essere integrato con cibi solidi. Continua però a restare il 25% del nutrimento del bimbo.
Dopo 12 mesi il bambino mangia un po’ di tutto. L’allattamento al seno però non cessa e il latte è prezioso nel fornire gli anticorpi al pargolo, alla stregua del colostro dei primi giorni di vita.
Fino al 2° anno di vita e anche oltre è il tempo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità per allattare. E’ generalmente il momento in cui il bimbo va al nido e secondo le statistiche i bimbi allattati al seno sono meno soggetti ad ammalarsi.
