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Firma digitale: cos'è e a cosa serve

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È una delle ultime innovazioni in fatto di sicurezza sul web, soprattutto per i nostri conti correnti. Che cos'è la firma digitale? E a cosa serve? La firma digitale è un nuovo sistema di sicurezza informatico, che ormai sta prendendo sempre più piede e che consente a un documento elettronico d...

È una delle ultime innovazioni in fatto di sicurezza sul web, soprattutto per i nostri conti correnti. Che cos’è la firma digitale? E a cosa serve?

La firma digitale è un nuovo sistema di sicurezza informatico, che ormai sta prendendo sempre più piede e che consente a un documento elettronico di avere la stessa validità legale di un testo autografato a mano. Al contrario della Posta Elettronica Certificata, o PEC, di cui abbiamo spesso parlato su queste pagine, che è obbligatoria per legge per i titolari di Partita IVA, il possesso della firma digitale non è imposto, ma lentamente si sta dimostrando sempre più consigliabile.

I motivi per utilizzarla, infatti, sono tantissimi. L’utilità è fuori discussione, soprattutto per chi ha spesso a che fare con la Pubblica Amministrazione. Attraverso l’apposizione di una firma digitale, per esempio, evitiamo di recarci negli uffici pubblici a firmare burocrazia. Siamo in grado di produrre documenti validi a tutti gli effetti di legge, basti pensare ad autocertificazioni, richieste di contributi, ricorsi e così via. Non solo, perché la firma digitale è valida anche e soprattutto tra professionisti e clienti, quindi perfetta per chi ad esempio lavora con committenti lontani e deve firmare contratti con un interlocutore non esattamente raggiungibile. La firma elettronica, però, come tutte le nuove tecnologie, richiede qualche spiegazione, soprattutto per capire come funziona, a chi richiederla e come poterla usare al meglio. Vediamo quindi di approfondire questi argomenti.

1 – Com’è fatto un documento firmato in digitale?

Un documento firmato in modo tradizionale, come sappiamo, è un qualsiasi tipo di testo cartaceo con una nostra firma autografata in calce. Il suo omologo digitale è invece un testo cui è allegato un sistema elettronico che deve soddisfare tre requisiti fondamentali: autenticità, integrità e non ripudio.
La firma digitale così dà la certezza di poter verificare l’identità di chi l’ha emessa, l’impossibilità di modificare il testo firmato e, quindi, di disconoscerne il contenuto. Una volta che abbiamo certificato questi fattori, ecco che abbiamo un documento con firma digitale che è valevole a normai di legge.

2 – Come ci procuriamo la firma digitale?

Per ottenere una firma digitale, è necessario rivolgersi ai certificatori che sono ufficialmente riconosciuti dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Possiamo vederne l’elenco completo alla pagina Certificatori Firma Digitale che troviamo nel sito istituzionale dell’Ente governativo. Una qualsiasi di queste aziende, impegnate nel ramo informatico, è autorizzata a fornirci tutto ciò che ci serve per usare la firma digitale. Ogni azienda offre un proprio listino prezzi per poterci far usufruire della firma digitale con servizi annessi. Spetta quindi a noi scegliere quello più conveniente e più adatto alle nostre necessità.

3 – Com’è composto un kit per la firma digitale?

Secondo l’azienda cui ci riferiamo per l’offerta del servizio di firma digitale, possono cambiare gli accessori che servono per la creazione di tale firma. Nella maggior parte dei casi viene data una tesserina magnetica con un chip, del tutto simile a un bancomat o a quella che possiamo vedere sulla tessera sanitaria, un lettore da collegare al computer e un programma necessario per la gestione della procedura.

Il funzionamento è molto semplice: si collega il lettore al nostro dispositivo fisso, s’installano i driver per farlo riconoscere al computer, si inserisce la scheda elettronica e si seguono le istruzioni che ritroviamo nel programma in dotazione. Una volta fatti questi passaggi, avremo la nostra firma elettronica.