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Fisco, dopo Google anche Amazon e Facebook pronte a pagare

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Apple e Google si sono impegnati a non evadere nel Belpaese, perciò si spera che accordi simili possano funzionare anche con altre grandi aziende come Amazon, Facebook e Airbnb.

Dopo i successi ottenuti con Apple e Google , compaiono anche Amazon, Facebook e Airbnb nel mirino del fisco italiano. Tali colossi del web sarebbero ritenuti responsabili di pagare solo una minima parte delle tasse rispetto alla totalità dei ricavi ottenuti in Italia ed ora si sta cercando di creare un accordo sulla scia di quelli già stipulati precedentemente.

Su tale argomento, è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha detto: “Avanti sulla web tax, pronti a misure nazionali ma il tema va affrontato a livello internazionale“.

Precedentemente si è molto discusso di tale tema anche su ogni testata della stampa internazionale. Infatti poco tempo fa Apple ha dovuto versare ben 318 milioni nel Belpaese dato la quale si occupa oltre ai servizi anche alla distribuzione di molti prodotti fisici. I funzionari dell’Agenzia delle Entrate già dai primi controlli avevano notato che tramite una società irlandese, la Apple vendeva tali prodotti non dall’Irlanda ma dall’Italia. Google invece ha dovuto versare ‘solo’ 306 milioni, che in ogni caso risulta superiore alla tassa che la casa di Cupertino ha dovuto versare all’amministrazione londinese.

Ad oggi grazie agli accordi tra l’amministrazione italiana e i responsabili delle grandi aziende, i due colossi si sono impegnati a non evadere nel Belpaese, perciò si spera che accordi simili possano funzionare anche con altre grandi aziende come Amazon, Facebook e Airbnb.

L’Agenzia delle Entrate conferma il suo impegno nel seguire una politica di controllo fiscale attenta nei minimi dettagli alle operazioni che in Italia devono effettuare costantemente le multinazionali del web. Nel corso di un audizione alla Camera il ministro Padoan ha poi aggiunto che questa è una occasione in cui l’Italia “farà di tutto perché si facciano “passi avanti“. In attesa di un accordo internazionale il ministro , sottolinea che “bisogna riflettere su quello che si può fare a livello nazionale“, in attesa di vedere i risultati dei paesi del G7.