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Il fotografo ebreo che nascose 6000 negativi ai nazisti

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Lo sterminio degli ebrei è stato terribile, una piaga per il mondo. Oggi i negativi, le immagini di quei momenti sono venuti allo scoperto tramite un fotografo.

L’invasione della Polonia è cominciata nel 1939 con la follia di Hitler verso il popolo ebraico. Una follia che portò alla morte di moltissimi ebrei per mano di Hitler. Uno dei primi ghetti fu creato in una città polacca, ovvero Lodz. Proprio a Lodz, una delle città più grandi della Polonia, le fabbriche erano tantissime e molto importanti. Lodz è anche la città dove visse il fotografo Henryk Ross. Il fotografo documentò gli istanti dell’invasione in foto, in negativi. Il fotografo, non sapendo se sarebbe stato deportato o ucciso, decise di sotterrare quei negativi. Sono in totale 6000 negativi che documentano la rabbia e le persecuzioni naziste ai danni degli ebrei e non solo.

Poco prima dell’invasione della Polonia, Ross era un fotografo che si occupava di sport e di cronaca. Nel 1939, l’anno dell’invasione polacca fu assunto dal Dipartimento di Statistica dove doveva assolvere un ruolo ben preciso. Il suo compito era documentare con foto quello che avveniva. Tutti dovevano sapere cosa stesse succendendo ai polacchi. Il suo compito era mostrare come gli ebrei di origine polacca venissero sfruttati nelle fabbriche.

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La passione per il suo lavoro lo portò a scattare foto di diverso tipo. Le sue foto raccontano la vita in Polonia, come vivevano i polacchi durante l’invasione, cosa facevano, qual era il loro stato d’animo. Per questa ragione, portava il suo accessorio, la macchina fotografica ovunque andasse, a prescindere dall’orario di lavoro. Il fotografo Ross girava per il ghetto raccontando la vita, quello che succedeva e raccontando con immagini le violenze, le brutalità che qui si perpetravano di volta in volta. Ha fotografato di tutto: da scene di brutalità sino a serrature a crepe nei muri. Ha raccontato la sua Polonia e l’invasione subita.

In seguito, avendo paura di essere ucciso o deportato, li nascose, li sotterrò. Nascose tutti i 6000 negativi sperando che prima o poi qualcuno avrebbe scoperto la verità e raccontato quelle assurde e terribili atrocità. Il ghetto venne liberato dai russi nel 1945. Tra i 2000 ebrei, solamente 877 sopravvissero. Lo stesso Ross era uno dei sopravvissuti e quindi potè raccontare quanto successo. I suoi negativi erano distrutti per via della muffa, ma qualcuno era ancora in buone condizioni.

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Nei negativi, nelle immagini di Ross vi è la sofferenza, la vita umana e una città martoriata e distrutta dall’invasione polacca. La sua visione, le sue immagini, i suoi negativi, i suoi scatti ci permettono di riflettere e capire un importante pezzo di storia. Quello che raccontano le immagini, i negativi sono pezzi di vita, attimi di vita, momenti di vita che non si possono e non devono essere cancellati. Sono immagini atroci, di vita, di uomini al lavoro, di una madre che abbraccia un figlio. Sono attimi di dolore, di disperazione. Attimi di cui non possiamo privarci e che raccontano cosa è stato e cosa non dovrebbe più essere.

Le sue immagini non ufficiali ricordano scene di vita quotidiana, feste comunali, i bambini per gli avanzi di cibo e grandi gruppi di ebrei che vengono portati alla deportazione o mentre sono caricati in box auto.