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Freccia Vallone, quarto trionfo per Valverde: nessuno come lui

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E' stato lo spagnolo Alejandro Valverde della Movistar ad aggiudicarsi l'edizione 2016 della Freccia Vallone (l'ottantesima dal lontano 1936 dell'esordio di questa gara nel mondo del ciclismo). La seconda gara del cosiddetto trittico delle Ardenne (la prima è l'Amstel Gold Race, disputatasi lo scor...

E’ stato lo spagnolo Alejandro Valverde della Movistar ad aggiudicarsi l’edizione 2016 della Freccia Vallone (l’ottantesima dal lontano 1936 dell’esordio di questa gara nel mondo del ciclismo). La seconda gara del cosiddetto trittico delle Ardenne (la prima è l’Amstel Gold Race, disputatasi lo scorso fine settimana e vinta dall’italiano Gasparotto, la terza e ultima è niente meno che la Liegi Bastogne Liegi, in programma questa domenica) non ha la nobiltà di altre grandi classiche del Nord, questo è senz’altro vero, eppure si conclude su un chilometro che ai ciclisti fa male come una pugnalata nelle cosce. Si chiama muro di Huy, altrimenti detto Sentiero delle Sette Cappelle per il semplice motivo che tanti sono i piccoli santuari religiosi disseminati lungo di esso. Come detto, fa mille metri di lunghezza, ma con pendenza media attorno al 10% e massima fino al 25%. In più, arriva proprio alla fine della gara, dopo 200 chilometri di strada.

Ora la Freccia Vallone, con il suo muro di Huy, ha un re indiscusso, perché Alejandro Valverde (35 anni), con quest’anno, ha completato il poker. Nessuno è mai riuscito a fare altrettanto, nessuno si è mai aggiudicato la Freccia Vallone per quattro volte, di cui le ultime tre consecutive. In passato, in questa classica hanno trionfato corridori di altissimo livello, come Gilbert, Evans, Rebellin (che la Freccia Vallone l’ha vinta per tre volte), Bartoli, Argentin e Jalabert, solo per rimanere nell’ultimo ventennio. Ecco, giusto venti anni, in cima al muro di Huy transitava per primo un americano che, pochi anni dopo, avrebbe iniziato a fare cose incredibili, talmente incredibili che, ad esse, oggi non crede più nessuno. Si chiamava Lance Armstrong.