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Genova, la pioggia torrenziale fa crollare la diga sul Polcevera: petrolio in mare

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Le piogge abbondanti cadute nelle ultime ore su Genova sono stati ancora la causa di un disastro che potrebbe avere proporzioni devastanti nelle prossime ore. Una diga di contenimento sul torrente Polcevera, adibita proprio al contenimento del greggio fuoriuscito da una tubatura dell'oleodotto Iplom...

Le piogge abbondanti cadute nelle ultime ore su Genova sono stati ancora la causa di un disastro che potrebbe avere proporzioni devastanti nelle prossime ore. Una diga di contenimento sul torrente Polcevera, adibita proprio al contenimento del greggio fuoriuscito da una tubatura dell’oleodotto Iplom domenica scorsa, ha ceduto per la forte pioggia che avrebbe determinanto l’improvviso innalmento del livello del corso d’acqua.

Adesso è davvero concreto il rischio che il petrolio possa sversarsi in mare creando un disastro ambientale di enormi proporzioni. Visibilmente preoccupato l’assessore comunale alla Protezione civile Gianni Crivello che ha dichiarato alla stampa che l’ultima speranza perchè non accada il peggio è che ‘reggano le panne oceaniche’. Il lavoro dei tecnici è stato alacre anche per evitare che il livello d’acqua nel torrente si possa ancora innalzare, comportando il rischio che altro petrolio greggio possa raggiungere le coste.

‘La situazione è complicata – ha dichiarato Crivello al sito dell’Ansa – non sappiamo quanto greggio potrà finire in mare. La Capitaneria di porto è riunita per l’emergenza ed ha dichiarato lo stato di emergenza locale’. Intanto la protezione civile ha diramato l’allerta giallo per la pioggia, che si prevede cadrà abbondantemente anche nelle prossime ore, e che potrebbe interessare vaste aree dell’Italia centrale.

La proclamazione dello stato di emergenza locale consentirà alle autorità locali di dare il via ad una serie di interventi immediati per tutelare le spiagge che potrebbero essere investite dalle chiazze di idrocarburi. In questo momento battelli e gommoni stanno cercando di arginare la chiazza di petrolio, evitando che possa diffondersi in modo irreparabile.