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Giappone, imbarcazione si capovolge: 7 pescatori dispersi

Giappone

La Guardia Costiera del Giappone ha comunicato di essere alla ricerca di sette pescatori che in questo momento risultano essere dispersi.

La Guardia Costiera del Giappone ha comunicato di essere alla ricerca di sette pescatori che in questo momento risultano essere dispersi. Le sette persone scomparse sono cinque di origine indonesiane e due invece giapponesi. Questi pescatori risultano essere dispersi dopo che la loro imbarcazione si è capovolta in alto mare al largo dell’arcipelago di Palau, nel Pacifico occidentale. Successivamente, la barca giapponese è stata ritrovata a 410 chilometri a Sud-Ovest di Palau dopo che l’equipaggio aveva inviato un sos.

Sette dispersi in Giappone

Gli uomini della Guardia Costiera giapponese hanno dichiarato di essere alla ricerca di sette persone che in questo momento risultano essere scomparsi. In particolar modo, questi individui sono dei pescatori. Cinque indonesiani e due giapponesi. I sette sono dispersi dopo che la loro imbarcazione si è capovolta in alto mare. L’incidente è avvenuto nello specifico al largo dell’arcipelago di Palau, nel Pacifico occidentale.

La barca giapponese è stata ritrovata successivamente, dopo che l’equipaggio aveva inviato un sos, a 410 chilometri a sud-ovest di Palau. Alcune navi vicine, compresa una della National Fisheries University del Giappone, si sono unite per aiutare nella ricerca. Secondo quanto riferito da un portavoce, Tokyo ha chiesto l’aiuto anche da parte di Guam per ritrovare i sette pescatori dispersi.

I precedenti

Non è il primo caso in cui dei pescatori risultano essere dispersi a causa di problemi occorsi alle proprie imbarcazioni. Lo scorso marzo, ad esempio, in Italia due pescatori dilettanti rispettivamente di quarantotto e quarantasei anni sono scomparsi. La vicenda è capitata in particolar modo in Puglia, a Brindisi. L’allarme era scattato dopo il mancato rientro dell’imbarcazione, che era partita dal porticciolo di Torre Santa Sabina per una battuta di pesca.

I due dilettanti erano a bordo in particolar modo di una imbarcazione da diporto di sei metri, bianca con una striscia blu. Nelle ricerche, oltre ai mezzi navali della Capitaneria di Porto, sono stati utilizzati anche un elicottero e motovedette Sar (Search and rescue). Ma non solo. E’ stato usato pure un velivolo islandese, impegnato nell’operazione Frontex, che si è levato in volo da Catania per raggiungere la costa adriatica pugliese.

A fine maggio, invece, due pescatori di origini tunisine sono stati ritrovati morti in seguito ad una collisione avvenuta a circa diciotto miglia dalla costa mazarese, in acque internazionali. Nello specifico, la collisione è successa tra il natante del Paese Nordafricano sul quale erano imbarcati e un mercantile battente bandiera panamense. In quella circostanza, i cadaveri dei due tunisini sono stati trovati dai sommozzatori dei vigili del fuoco, che hanno dovuto anche operare in difficoltà a causa della presenza di forti correnti.

Nel corso delle stesse ricerche, era stata recuperata pure la salma di un’altra persona, che è risultata essere il cugino dei primi due. Un quarto parente e altri tre connazionali erano stati ritrovati in condizioni tutto sommato buone dall’equipaggio del mercantile, che poi li ha fatti sbarcare per il successivo rimpatrio. Le salme dei tre pescatori sono state poi consegnate al Consolato tunisino di Palermo .