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Gli stipendi italiani falcidiati da tasse e inflazione

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Che gli stipendi italiani, non fossero tra i più alti, lo sapevano con dovizia di particolari i lavoratori, i primi a misurare l'esiguità delle retribuzioni mensili e a notare la scarsa tenuta degli stessi col passare del tempo. Se poi si fa il raffronto con quelli di 15 anni fa, il paragone è im...

Che gli stipendi italiani, non fossero tra i più alti, lo sapevano con dovizia di particolari i lavoratori, i primi a misurare l’esiguità delle retribuzioni mensili e a notare la scarsa tenuta degli stessi col passare del tempo. Se poi si fa il raffronto con quelli di 15 anni fa, il paragone è impietoso e fornisce una idea eloquente di quello che è uno dei grandi problemi alla base della crisi economica del nostro paese. Secondo i dati forniti dall’Ocse, l’organizzazione che comprende i paesi più industrializzati, gli stipendi italiani si collocano ad un deprimente 22esimo posto su 34, per effetto dei 19.350 euro netti che ogni lavoratore italiano, in media, si porta a casa alla fine del mese. Per capire di cosa stiamo parlando, basti pensare che la media dei paesi Ocse è di circa mille euro più alta, mentre il raffronto con l’Unione Europea a 15, porta questa differenza, in negativo, a circa quattromila euro. Infine, l’Italia è la maglia nera del G7, altro record del quale non possiamo andare certo fieri.
Il dato di cui parliamo è dovuto ad una serie di fattori, tra i quali quelli predominanti sono il livello proibitivo della imposizione fiscale del nostro paese (46,9%, battuti solo dal Belgio, dalla Francia, dalla Germania e dall’Austria, che vanno da un massimo del 55,4% ad un minimo del 47,9%) e l’inflazione. La somma di questi fattori, come è logico, va ad incidere in maniera pesantissima sui consumi che, nel nostro paese, stanno calando sempre di più, acuendo in tal modo una crisi della quale non si riesce ad intravedere la fine. Del resto è lo stesso Ministro Fornero a mettere l’accento con grande forza sul problema salariale del nostro paese, proprio in queste ore. Le parole, però, non bastano più ed è ormai ora di passare ai fatti. Con il concorso delle parti sociali, sindacati ed organizzazioni degli imprenditori, che però sembrano chiuse in logiche più ideologiche che pragmatiche, se solo si pensa che in un momento come questo, si agita come uno spauracchio l’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Come se il problema italiano, in questo momento, fosse quello di mandare a casa i lavoratori…

Elsa Fornero