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Gli studenti tornano in piazza: "Questa alternanza non la vogliamo, il tempo è nostro e ce lo prendiamo"

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Gli studenti genovesi tornano in piazza con l'obiettivo di protestare contro la riforma scuola-lavoro con lo slogan " ... il tempo ce lo prendiamo ..."

Il concentramento degli studenti che aderiscono allo sciopero per contrastare la riforma per lo sciopero scuola-lavoro è avvenuto alle 9 di questa mattina. La tappa del presidio è ai piedi di Palazzo Ducale, in piazza Matteotti. La scaletta della mobilitazione sta portando avanti quattro momenti: una prima mezz’ora di assemblea sulle motivazioni della protesta e i principali problemi del sistema. Per dividersi in due gruppi di lavoro con i compiti di concentrarsi sulle proposte alternative di organizzazione dell’alternanza scuola lavoro e l’altro concernente il diritto allo studio. Gli alunni sono passati per via San Lorenzo, hanno fatto il giro di San Giorgio e poi sono arrivati in piazza Matteotti dove resteranno in presidio fino all’assemblea finale.

Studenti, la riforma

La protesta da parte degli studenti è nata per contrastare la riforma dei programmi di alternanza che è passata in questi giorni. Dunque, una presa di posizione contro i voucher messi a concorso nelle Camere di commercio italiane per le aziende che offrono periodi di formazione agli studenti – 17 mila nella sola Genova -. Le ore saranno obbligatorie per l’intero triennio conclusivo delle superiori suddivise in 200 ore nei licei e 400 ore negli istituti tecnici.

Il responsabile di Uds, Andrea Nicolini, spiega in merito: “Il problema principale sta nel fatto che non ci viene offerta una vera formazione che abbia una reale attinenza con i corsi di studio. In pratica si tratta di un vero e proprio sfruttamento legalizzato con studenti che si trovano impiegati senza avere le giuste informazioni su, ad esempio, le situazioni di pericolo che si possano verificare sul posto di lavoro”.

I giovani, studenti del Deledda e del liceo Classico D’Oria ma anche delle scuole di tutte le città tra cui l’istituto Gobetti, Barabino, Calvino, Leonardo Da Vinci, Fermi, Colombo e Pertini lamentano difatti le modalità su cui è stata impostata la nuova alternanza scuola-lavoro. Nell’attuale organizzazione del sistema le aziende coinvolte nella formazione non dedicano particolare attenzione alla preparazione del ragazzo. E, inoltre, il tipo di mansioni che sono chiamati a svolgere durante l’alternanza risulta essere completamente slegata al tipo di corso di studi seguito.

La risposta delle istituzioni è quella di mettere alla prova i ragazzi all’interno del mondo del lavoro, sperimentando le difficoltà che si incontrano tutti i giorni ad affrontare una attività lavorativa.

Anche a Catanzaro è in atto la protesta degli studenti.

La Rete degli studenti Medi coordinata da Gianfranco Manfreda spiega: “Siamo stanchi di una politica che non ascolta gli studenti. Si parla di rilancio del paese, di Pil e di sviluppo. Il dato che rimane costante è il sotto finanziamento della scuola pubblica. Offre un diritto allo studio completamente assente di fronte agli alti costi della scuola, alimenta i tassi di malcontento scolastica mortificando gli studenti che, oltremodo, li vede ogni giorno andare a scuola in condizioni di estrema difficoltà trovandosi in edifici pericolanti e fatiscenti. Desideriamo una scuola gratuita, accessibile a tutti, che stimoli nel percorso di crescita e non siamo più disposti ad abbracciare ignobili compromessi spesso obbligati più che sentiti. ”

“Questa alternanza non la vogliamo, il tempo è nostro e ce lo riprendiamo“, uno degli slogan gridati a gran voce dal coro numerosissimo del corteo. Slogan lanciato in questa giornata che vede riorganizzarsi il movimento studentesco genovese dopo anni di assenza.