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Bufale sulla pasta: nessuna sostanza nociva. Il web diffonde male l'indagine Granosalus

Bufale sulla pasta: nessuna sostanza nociva. Il web diffonde male l'indagine Granosalus

L'allarme che impazza sul web per la presenza di sostanze nocive nella pasta di alcune aziende è infondato. L'indagine Granosalus è stata mal interpretata. Quando si parla di alimentazione è normale che tutti abbiano una particolare attenzione. Perché da ciò che mangiamo dipende in larga pa...

L’allarme che impazza sul web per la presenza di sostanze nocive nella pasta di alcune aziende è infondato. L’indagine Granosalus è stata mal interpretata.

Quando si parla di alimentazione è normale che tutti abbiano una particolare attenzione. Perché da ciò che mangiamo dipende in larga parte il nostro stato di salute. Non sorprende, quindi, che la diffusione della notizia della presenza di sostanze nocive nella pasta di alcuni marchi abbia destato l’allarme. Specie se si considera che si tratta di un alimento che nel nostro Paese è consumato quotidianamente in quasi tutte le case. Tale allarme è, però, infondato.

Granosalus, l’associazione che riunisce i produttori di grano duro del Sud Italia, ha analizzato pane e pasta di diverse marche per stabilire se e in quali quantità siano presenti sostanze nocive. Dall’indagine è emerso che la pasta di alcuni marchi – in particolare Barilla, Voiello, De Cecco, Garofalo, La Molisana, Divella, Coop e Granoro 100% Puglia – contiene tracce di DON, glifosate e cadmio.

Ciò che occorre sottolineare è che tali sostanze sono sì presenti, ma in quantità che sono entro i limiti di legge. L’allarme rispetto alla pericolosità della pasta è nato perché i dati relativi all’indagine Granosalus sono stati diffusi in modo sbagliato, sottintendendo l’esistenza di una minaccia per la salute dei bambini e l’uso di grani contaminati provenienti dall’estero. E poi, come sempre, il web ha fatto la propria parte, fungendo da cassa di risonanza e scatenando paure che, stando ai dati, sono immotivate.

La buona notizia, che è evidente già a una prima lettura dell’indagine Granosalus, è che in nessuno dei marchi analizzati sono emerse tracce di piombo. Per quanto riguarda le altre sostanze, invece, è necessario fare un po’ di chiarezza.

La sigla DON indica il deossinivalenolo, detto anche vomitossina. Si tratta di una sostanza che, stando a quanto si legge nelle tabelle di Granosalus, sarebbe presente in quantità che superano i limiti di legge previsti per i bambini nei marchi Divella e La Molisana. Tuttavia, è necessario precisare che tale sostanza è inserita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tra quelle non cancerogene e non esistono prove certe di una sua pericolosità.

Per quanto riguarda il glifosate (o glifosato), tale sostanza è un’erbicida usato largamente in molti tipi di colture e assolutamente legale nell’Unione Europea. Sulla sua pericolosità per la salute non esistono pareri univoci, ma sia l’ Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che l’OMS ritengono improbabile che si tratti di un cancerogeno. Tra l’altro nella pasta analizzata la sua presenza è – lo ribadiamo – comunque al di sotto della soglia massima consentita.

Il cadmio, infine, è un metallo pesante ed è naturalmente presente nel terreno, sebbene in quantità variabili. L’ipotesi che la presenza di tale sostanza nella pasta di alcune marche sia indice dell’uso di grani stranieri – nonostante quanto indicato sulle etichette – è poco verosimile. In particolare se si considera che una delle regioni che vantano la maggior produzione di grano duro è la Puglia, regione nella quale la presenza dell’ILVA di Taranto potrebbe ampiamente giustificare la presenza di cadmio nei terreni. Inoltre, anche per quanto riguarda questo metallo pesante le quantità rilevate sono assolutamente non nocive in tutta la pasta analizzata.

La pasta che ogni giorno mettiamo in tavola, dunque, non mette a repentaglio la nostra salute e chi avesse dei dubbi sulla provenienza del grano, potrà – grazie alle normative in materia – verificarne la filiera.

L’allarme ingiustificato che si è generato intorno ad alcuni produttori di pasta ha portato a numerose prese di posizione. Oltre alle singole aziende, che hanno difeso la sicurezza e la qualità dei propri prodotti, è scesa in campo anche l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta italiane (AIDEPI), che ha parlato di azione denigratoria e allarmistica, mirata solo a generare disinformazione e a scatenare processi mediatici nei confronti di produttori che rispettano la legge.

Infine, l’Associazione Industriali Mugnai d’Italia ha ricordato che, anche quando vengono utilizzati grani stranieri per la produzione di pane e pasta, essi debbono sempre rispettare gli stessi requisiti igienico-sanitari richiesti per i prodotti nazionali.