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Gravidanza sì o no?

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E’ il dubbio in cui si dibattono le donne sulle trentina, e che si fa più pressante alle soglie dei quaranta, quando la scadenza dell’orologio biologico si fa sentire. Figli sì o no? Partendo dal presupposto che molto dipende dalla situazione sentimentale che si sta vivendo (a meno che non s...

gravidanza e tumoreseno

E’ il dubbio in cui si dibattono le donne sulle trentina, e che si fa più pressante alle soglie dei quaranta, quando la scadenza dell’orologio biologico si fa sentire. Figli sì o no? Partendo dal presupposto che molto dipende dalla situazione sentimentale che si sta vivendo (a meno che non si decida di tentare altre vie per restare incinta) e che molte donne hanno le idee già abbastanza chiara sull’argomento “maternità”, forse è il caso di fermarsi un attimo a riflettere. Ci sono donne che sognano di essere mamme già da bambine, altre che arrivano a questa scelta (poiché di una scelta si tratta) quando sono più adulte e mature.

Le donne che invece decidono consapevolmente di non procreare (le no-child) in genere vivono questa loro condizione con un forte senso di colpa, come se la maternità fosse una tappa fisiologica e sociale da affrontare a tutti i costi. In realtà, come ogni cosa, diventare mamma ha i suoi pro e i contro, che vanno attentamente presi in considerazione e valutati (anche insieme al proprio partner). Avere un bambino cambia la vita, ma di questo non bisogna impaurirsi. Ci sono passate altre donne prima di noi, basti pensare alle nostre nonne e alle nostre mamme.

Certo ci saranno nottate in bianco da passare, tra cambio dei pannolini e poppate, ma quando il piccolo cresce e acquista autonomia, tutto diventa più facile. E se il timore è di non riuscire a farcela in termini economici, a fugare questa paura è il fatto che in altri periodi storici più difficili del nostro si mettevano al mondo tanti figli e li si crescevano anche meglio. Molte donne hanno paura dei cambiamenti fisici o di perdere l’equilibrio di coppia. Anche questi sono “problemi” facilmente superabili, se messi a confronto con la gioia che si prova nel diventare genitori. Per carità, ciò non vuol dire che una coppia senza figli è “di serie B”, anzi. Il fallimento di un matrimonio non dipende certo dall’avere o no dei figli in comune, ma di quanto si è disposti a venirsi incontro l’uno con l’altro giorno per giorno.