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Hassan Rouhani, presidente dell'Iran, annuncia la distruzione delle fondamenta dell'Isis

Hassan Rouhani

Il presidente iraniano Hassan Rouhani annuncia in diretta televisiva l'avvenuta distruzione delle fondamenta materiali dello Stato Islamico.

Il diretta televisiva sulle reti nazionali dell’Iran, il presidente in carica Hassan Rouhani ha annunciato la distruzione delle fondamenta materiali dell’Isis. Un trionfo per il presidente iraniano che si congratula con le forze militari impegnati sul campo di battaglia. “Lo Stato Islamico è finito” tuona Hassan Rouhani senza tanti giri di parole. Rouhani sa che se gli atti diabolici dei terroristi sono cessati, non cessano ancora le conseguenze degli stessi. Il discorso è sulla rete nazionale iraniani ed è accolta con plauso. La notizia giunge a poca distanza dall’incontro a Sochi tra Putin e Assad. Un giorno prima dell’incontro trilaterale tra Turchia, Iran e Russia nella stessa cittadina sul Mar Nero.

La distruzione militare dell’Isis non è che il primo passo nella sconfitta contro il terrorismo. Alle armi devono però seguire strategie politiche ritenuto il mezzo migliore e più efficace per continuare la lotta. Sembrerebbe una buona notizia che potrebbe cambiare alcuni equilibri politici e atteggiamenti che chiudono in assedio da anni l’Iran.

Hassan Rouhani

Le parole del presidente iraniano sembrano segnare la fine del governo terrorista in Iraq e Siria. Un momento storico che sembra aver visto l’arretramento territoriale dello stato islamico. Molto però resta ancora da fare per ottenere un risanamento della regione, martoriata già da tempo dal flagello della guerra (l’Iraq è in stato di emergenza fin dal 2003 quando venne invaso). Un risanamento completo è questione che investirà parecchi decenni. Alla guerra da poco ha fatto seguito il terribile terremoto che ha colpito la regione del centro Asia, interessando il confine tra Iran e Iraq.

Nel frattempo, in sintonia con gli altri colleghi, Rouhani ha annunciato anche la necessità di preparare la strada alle soluzioni politiche che guideranno i paesi nei prossimi anni. Un appello simile è giunto sia dal presidente russo Vladimir Putin e dal presidente siriano Bashar al-Assad. I suddetti leader si augurano che la ricostruzione avverrà in maniera libera e priva di interferenze esterne, sotto l’egida dell’ONU. Necessità questa che si incastona nel più grande gioco della politica internazionale che vede fronti opposti e politicamente liquidi.

Isis distrutto

Rintuzzato e colpito pezzo per pezzo sembra finalmente che lo stato islamico stia per collassare su sé stesso. Una notizia che da tempo si attendeva sulle reti d’informazione e che rappresenta il successo della coalizione internazionale che dal 2014 (29 Giugno) combatte senza sosta in Medioriente. Non sono mancati intoppi, scandali, retroscena inquietanti e giochi di potere in questa battaglia efferata. Le ultime notizie hanno visto le forze della coalizione strappare pian piano tutti i centri strategici di potere dalle mani dell’Isis.

Malgrado sembri una sconfitta pesante, essa non è certo totale. Riposarsi sugli allori significherebbe dare respiro al nemico comune. Un’errore che potrebbe costare caro a chiunque. Ma è anche il tempo che le armi tacciano, e si apra il tempo del dialogo politico. Non si può certo escludere che usciranno nuovi assetti di potere nella regione, cosa che potrebbe creare nuove possibili frizioni politiche future. Certo è che in tutto questo, chi ha pagato la parte più dura sono le popolazioni civili, stanche ormai di anni di sanguinose guerre e faide tra stati.