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Hollande e Cameron, Francia e Gran Bretagna unite nella lotta all'Isis

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Francia e Gran Bretagna potrebbero decidere di unire i loro sforzi e diventare le due nazioni guida europee nella lotta allo Stato Islamico. Gli attentati di Parigi e i fatti di questi giorni di Bruxelles stanno mantenendo alto il livello di attenzione e, ieri, nel corso di una conferenza stampa con...

Francia e Gran Bretagna potrebbero decidere di unire i loro sforzi e diventare le due nazioni guida europee nella lotta allo Stato Islamico. Gli attentati di Parigi e i fatti di questi giorni di Bruxelles stanno mantenendo alto il livello di attenzione e, ieri, nel corso di una conferenza stampa congiunta, i premier francese e inglese hanno avuto modo di esprimere le loro intenzioni.

“La Francia” ha detto il presidente francese Francois Hollande, “intensificherà i bombardamenti in Siria”, concentrandosi su quegli obiettivi “che facciano più danni possibile all’esercito terrorista” dello Stato Islamico. Non avrebbe potuto essere più chiaro di così. Già la scorsa settimana, l’aviazione francese ha colpito Raqqa, roccaforte e capitale militare dell’Isis, bombardando in particolare alcuni centri di addestramento dei miliziani grazie anche al supporto fornito dai servizi di intelligence degli Stati Uniti. L’intenzione è quella di proseguire su questa linea, quindi, almeno per il momento, rimane esclusa la possibilità di un intervento da parte di truppe di terra. “La Francia” ha ribadito Hollande, “ha preso la sua decisione nello scorso mese di settembre”, aggiungendo poi che “ora sta alla Gran Bretagna di capire come può a sua volta impegnarsi”.

Il premier britannico David Cameron vorrebbe inviare le forze aeree del suo paese a fianco dei francesi nei raid in Siria, ma, per procedere, deve ottenere l’approvazione da parte del Parlamento, operazione sulla quale si concentrerà nel corso di questa settimana. Nel frattempo, la Gran Bretagna ha messo a disposizione della Francia una sua base militare sull’isola di Cipro. Resta comunque probabile che da Londra arrivi il pieno appoggio ai piani di Cameron, anche se in prima battuta il governo britannico si è concentrato più sul rafforzamento dei propri servizi segreti, assegnando loro uno stanziamento straordinario di quasi due miliardi di sterline, che sull’organizzazione di azioni militari vere e proprie.