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Ici non pagato: Idem, non sapevo, pagherò ma non mi dimetto

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Pronta a pagare il dovuto, interessi compresi, ma non a dimettersi. Il ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem ha confermato, in un'intervista alla Repubblica, che non lascerà il suo incarico politico ma ha anche fornito la sua versione dei fatti in merito alla vicenda dell'Ici non pagata...

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Pronta a pagare il dovuto, interessi compresi, ma non a dimettersi. Il ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem ha confermato, in un’intervista alla Repubblica, che non lascerà il suo incarico politico ma ha anche fornito la sua versione dei fatti in merito alla vicenda dell’Ici non pagata su un’abitazione: “Non sapevo dell’Ici non pagata, come qualunque cittadino, se ci sono state irregolariata’, paghero’ con gli interessi. Non mi sono mai occupata personalmente della gestione di queste cose. Nella mia vita ho passato tre settimane al mese in canoa, dodici mesi l’anno”, ha detto la campionessa olimpionica, aggiungendo poi, “Letta mi ha rinnovato la sua fiducia, mi ha fatto molto piacere. Non mi ha chiesto di rinunciare al mandato”.

Il ministro è consapevole che violare una legge porta a delle conseguenze ma ha aggiunto: “L’accusa di aver violato una legge alimenta il triste ritornello: vedi sono tutti uguali. Anche perche’ e’ piu’ forte la tentazione di sporcare un lenzuolo pulito. Ed e’ per questo che non mi dimetto. Ho sempre vissuto lontano dal lusso – afferma il Ministro – solo di quello che ho guadagnato , e’ il caso di dirlo, con il sudore e con tanta fatica. Sono dunque consapevole che l’accusa di aver violato una legge, in questo caso di non aver pagato una tassa, e’ per una persona come me pesantissima”.

Lavorare in politica, ha aggiunto la Idem, ha comportato dei sacrifici: “ci ho rimesso sul piano della vita privata e sul piano economico. Ma faccio un lavoro bellissimo e penso che ne valga la pena: di combattere contro la marginalita’ e la precarieta’ dello sport, di dare dignita’ agli atleti, di spiegare che lo sport giovanile e’ cultura e di fare in modo che entri nelle scuole, di combattere contro i pregiudizi verso le donne picchiate e uccise ogni giorno, verso chi e’ piu’ debole e non vede riconosciuti i suoi diritti. Questo e’ quello che sono venuta a fare e vorrei provare. Se poi il gioco al massacro abituale tutto intorno a noi, prevede che sia questo il mio turno di essere fatta a pezzi, io dico: la poltrona non mi interessa, mi interessa il progetto per cui sono stata chiamata. Se posso arrivare al traguardo ci provo, come sempre, con le mie sole forze. Ma non si muore in gara si combatte fino a che e’ sensato farlo”.