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Il caso Sharon Tate

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  Charles Manson, nasce a Cincinnati il 1934. Voleva fare il cantante e l'uomo di spettacolo, per questo si trasferi nel posto migliore nel momento più indicato per farlo. San Francisco 1967, la summer of love.  Qui raccolse intorno a sé un gruppo di giovani soggiogati dal suo car...

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Charles Manson, nasce a Cincinnati il 1934. Voleva fare il cantante e l’uomo di spettacolo, per questo si trasferi nel posto migliore nel momento più indicato per farlo. San Francisco 1967, la summer of love.

Qui raccolse intorno a sé un gruppo di giovani soggiogati dal suo carisma, dalla sua chitarra e dalle sue capacità oratorie. Reclutò fra le prime Mary Brunner, Lynette “Squeaky” Fromme, Patricia Krenwinkel, Susan Atkins.

Presero il nome di The Family , o anche The Manson Family, sebbene Manson abbia sempre negato di aver dato egli stesso quel nome al gruppo. L’uomo riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti, circa cinquanta persone: molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari e spesso di disadattamento sociale. Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale: affermava infatti di essere la reincarnazione di Gesù Cristo e di Satana insieme e i suoi adepti gli erano molto devoti.

The Family, sotto la sua attenta guida, sopravviveva grazie a furti e altre attività criminali. Tra una rapina e l’altra, i membri della setta suonavano la chitarra, praticavano sesso di gruppo e facevano uso di stupefacenti, in particolare hashish e LSD

Charles Manson voleva diventare un musicista famoso come i suoi idoli e nell’estate del 1968 tentò di realizzare il suo sogno musicale, recandosi in uno studio discografico di Los Angeles, con il supporto economico di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys, che aveva conosciuto dopo che questi aveva dato un passaggio a due ragazze della Famiglia che facevano autostop.

Il suo sogno però non decolla, e Manson si riempie di rancore e rabbia verso quel mondo che lo rifutava.

Qui entra in esca Sharon Tate. Il 9 agosto 1969 Manson pianificò e realizzò un’intrusione a Cielo Drive, un ricco quartiere di Los Angeles, con l’obiettivo di penetrare nella villa al momento abitata da Roman Polanski e Sharon Tate, attrice e moglie del regista, incinta di otto mesi, e quella sera frequentata anche da alcuni loro amici, tra cui Jay Sebring, parrucchiere dell’attrice, Abigail Folger, figlia dell’imprenditore del caffè “Folger”, Voityck Frykowski.

La notte in cui si consumarono gli omicidi, non è mai stato accertato se Manson aspettasse in auto o se rimase nel ranch dove risiedeva l’organizzazione; coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles “Tex” Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Questi penetrerono nella villa e uccisero tutti i presenti.

Nel 1970 cominciò il processo contro Charles Manson. Egli si presentò con una X incisa sulla fronte: in seguito, dopo diversi anni di prigione, Manson stesso modificò l’incisione sulla fronte facendola diventare una svastica. Il processo è entrato nella storia degli Stati Uniti per la sua incredibile lunghezza: il solo dibattimento preliminare durò quasi un anno.

Il 29 marzo 1971 il processo si chiuse con la condanna a morte di tutti i componenti della “Famiglia”, ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, con pena commutata in ergastolo.