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Il Castello di Grottole (Matera) e la leggenda di Abufina

Il castello in provincia di Matera

Il Castello di Grottole, in provincia di Matera, qualche nota storica e la leggenda del tragico amore tra la principessa Abufina e il suo fidanzato Slepino, mugnaio e guerriero lontano.

Tra storia e leggenda

Il castello di fronte

Il Castello di Grottole, in provincia di Matera, è un maniero medievale oggi in completo abbandono, che secondo il libro “Una pagina di storia patria” scritto dal sindaco di Grottole Tommaso Antonio Andreucci (11 marzo 1860, Grottole – 22 maggio 1937, Napoli), sarebbe stato fatto costruire nell’851 dal duca longobardo Sichinolfo Capograsso di Salerno. Dell’edificio si parlò comunque per la prima volta nel 1154, nel libro del geografo arabo Al-Idrisi “Sollazzo per chi si diletta a girare il mondo”, in cui egli descrisse i paesi della Basilicata.

Il Castello dove viveva Abufina

La storia del castello è legata alla leggenda della bellissima principessa Abufina, figlia del feudatario e fidanzata di Slepino, mugnaio diventato guerriero agli ordini del Conte di Chiarodimonte per volontà del fratello dell’amata, che aveva scoperto la relazione tra lui e la sorella e, come il genitore, era contrario per questioni di rango. Si racconta che un giorno, mentre la giovane stava ricamando nella torre, un messo le portò un messaggio dell’amato lontano che diceva: “Vieni, Abufina, vieni da me; io che ammazzo i nemici, a me ammazza l’amore ; vieni, Abufina, vieni da me, con te sola al castello di Grottole sol tornerò; fà presto, fà presto…”. La giovane partì subito in sella al suo cavallo bianco per raggiungere Slepino, ma dovette guadare il fiume Basento, e l’animale, accecato da riflesso del sole sulle pietre e impaurito dalla corrente, s’impennò disarcionando Abufina, che annegò. Era primavera, e la leggenda dice che, da aprile ai primi di giugno, nelle notti di luna piena, dietro la finestra del torrione del castello, comparirebbe il fantasma della dama innamorata. Come spiega anche il sito del Comune di Grottole, l’episodio è citato su una lapide medievale fatta erigere in memoria della giovane da un successivo signore del castello: fino al secolo scorso, era possibile leggere parte dell’iscrizione “Ad Abufina la bella, che corse, cui fu dolce questa torre, che fu tua dimora morire d’amore; parli sempre alle genti di te. Ogni amante ti porga un saluto, e si stringa al suo cuore l’amata…”. Inoltre il nobiluomo che dimorò nel castello dopo la sfortunata ragazza, fece murare le porte d’ingresso delle stanza dove ella viveva in attesa di notizie dal suo amato che stava combattendo. Persino il fiume Bisento, dopo la tragedia che sarebbe avvenuta tra le sue acque, nelle notti tra marzo e giugno sembra sussurrare, pentito, il nome della giovane di cui avrebbe “provocato” la morte. Il Castello di Grottole oggi non è visitabile, si può arrivare soltanto sotto la torre e intravederne l’interno da fuori dal cancello. Passare di lì è comunque piacevole, se non altro per godere del magnifico panorama, che merita di essere fotografato. Inoltre lo scorso anno, proprio presso il castello e nel borgo lucano, si è svolta la prima festa medievale per ricordare Abufina e il suo innamorato Slepino. E’ stata anche lanciata l’idea di mandare lettere alla sfortunata principessa e di scriverle parole di conforto su una lavagna virtuale.

Festa per ricordare Abufina e Slepino