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Il cd: un oggetto che non esiste più

Il cd: un oggetto che non esiste più

Il compact disc, amico di una generazione. Il Cd che ha rimpiazzato le musicassette. Oggetto che però è già passato.. Negli anni 80 chi aveva amore per la musica  comprava  i vinili, i dischi, le cassette e gli stereo. Ai tempi andavano i 45 giri  e gli LP. Altro che Spotify e Shaza...

Il compact disc, amico di una generazione. Il Cd che ha rimpiazzato le musicassette. Oggetto che però è già passato..

Negli anni 80 chi aveva amore per la musica comprava i vinili, i dischi, le cassette e gli stereo. Ai tempi andavano i 45 giri e gli LP.
Altro che Spotify e Shazam! Gli anni dei Pink Floyd, di Lucio Dalla, dei Dire Straits, di De Gregori e di altri cantautori italiani. Poi, nel 1987, nei negozi iniziarono a comparire degli strani oggetti tutti argentati. Li chiamavano cd. E il pensiero di tutti era: ma come cavolo funzionano? Come può stare un intero album su un piattino così piccolo?

L’idea laser sembrava molto complicata. Un laser??? Il laser non era quello di Guerre Stellari? Niente affatto.

Il 1° ottobre 1982 la giapponese Sony lanciò sul mercato il primo lettore per compact disc, che leggeva le tracce digitali con il raggio laser. La Philips già lavorava al progetto di un disco a lettura ottica per riprodurre musica registrata fin dal 1974. Furono gli ingegneri olandesi a dare il nome al prodotto che sarebbe nato da quelle ricerche. Lo chiamarono «compact disc» per sottolineare il legame con un progetto precedente, di grande successo: quello della cassetta audio, la «compact cassette».

Epoca del pop, del rock quella del compact disc, epoca dei Fleetwood Mac.

All’epoca nessuno avrebbe potuto immaginare che il cd sarebbe stato successivamente il primo passo verso la pirateria e la fine del mercato discografico globale.
Negli anni 80 noi eravamo quelli che ci registravamo le cassettine, e i vinili non si potevano duplicare (almeno non a livello casalingo): Le vendite di conseguenza andavano a gonfie vele.

Oggi però le case si ritrovano piene di cd di cui la maggior parte, non sono originali. Parlando in termini strettamente musicali, con i CD c’è stata un’evidente perdita di qualità; ma, quanti di noi sarebbero oggi disposti a scrivere con la macchina da scrivere piuttosto che con il pc?

Insomma, i Cd hanno conquistato il mercato musicale, e sono ancora sulla cresta dell’onda, anche se, negli ultimi anni, sono stati scavalcati dagli smartphone e dai lettori mp3. Non solo, anche dalla chiavette USB, su cui sempre di più artisti stanno facendo uscire le loro novità.

il digitale avrebbe dovuto rimpiazzare completamente i Cd dal 2012.

Queste le intenzioni delle etichette discografiche. Le etichette che oggi optano per il lancio dei contenuti solo tramite servizi digitali come ad esempio iTunes. Gli unici CD prodotti resteno quelli in edizione limitata, poiché offrono degli extra di interesse per i consumatori.

I CD stanno dunque per morire, lentamente, uccisi da quella distribuzione digitale. Stanno per fare la fine che hanno fatto fare alle musicassette. Tutto torna indietro, e questa ne è la prova.

E’ la rivoluzione della fabbrica della musica, iniziata con gli MP3, i music store e gli iPod che sta per giungere al suo culmine.

Abbandonando il formato CD, un’etichetta discografica potrà risparmiare molto denaro e anche molto tempo: non ci sarà infatti più bisogno di occupare le risorse per garantirne la distribuzione o la commercializzazione, nonché la manutenzione nei magazzini.

Certo, questo significa anche la condanna a morte di molti piccoli negozi di musica, che hanno fondato il loro business solamente sulla vendita dei CD.