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Il cubo di Rubik o cubo magico: il più grande rimpicapo degli anni 80

Il cubo di Rubik o cubo magico: il più grande rimpicapo degli anni 80

Cubo di Rubik: chi non conosce o non ha mai sentito parlare del “ più grande rompicapo del XX secolo” ? “Questo oggetto è un meraviglioso esempio della rigorosa bellezza e della grande salute delle leggi naturali. È un occasione perfetta per testare il rigore scientifico delle possibilit...

Cubo di Rubik: chi non conosce o non ha mai sentito parlare del “ più grande rompicapo del XX secolo” ?

Questo oggetto è un meraviglioso esempio della rigorosa bellezza e della grande salute delle leggi naturali. È un occasione perfetta per testare il rigore scientifico delle possibilità della mente umana, e di dominarle. Rappresenta l’unità del reale e del bello, che per me significano la stessa cosa. Il Cubo stesso è un’imitazione della vita, o persino un suo miglioramento. I problemi della vita e dei rompicapo sono molto simili: la nostra intera vita è basata sul risolvere dei rompicapo. Ma i problemi di ogni giorno sono intrecciati fra loro, e non sono chiari. Il problema del Cubo dipende solo da te. Devi risolverlo in modo indipendente. Ma per trovare la felicità nella vita, non sei indipendente: questa è l’unica grande differenza”.

Parole di Erno Rubik, inventore di uno dei più grandi rompicapi del XX secolo, il “Cubo di Rubik” o “Cubo magico” .

Fu inventato dall’ungherese Erno Rubik a Budapest (Ungheria) nel 1974 e da allora si sono susseguite competizioni per la più breve risoluzione del Cubo. “Certo è impossibile stabilire il momento esatto della nascita di un’idea” ha raccontato il suo inventore, “Potrebbe essere stato nella primavera del 1974 che ho avuto per la prima volta l’idea. All’inizio ho studiato le combinazioni del cubo 2x2x2. Raggiunsi la soluzione tecnica finale, con la forma più semplice del 3x3x3, dopo alcuni tentativi, alla fine dell’autunno del 1974.”

Quindi brevettò il suo cubo magico nel 1975, chiamandolo appunto Magic Cube. «Lo costruii da solo, non c’erano i programmi su computer. Usai il legno, feci i fori, presi gli elastici». Fu la Ideal Toys, commercializzandolo anche fuori dall’Ungheria nel 1980, a chiamarlo Rubik’s Cube, cubo di Rubik. «Il mio record per risolverlo? Intorno al minuto».

Erno Rubik nasce a Budapest il 13 luglio del 1944. Suo padre era ingegnere aerospaziale e sua madre poetessa e artista. Nel 1974 inventa il Cubo magico, un rompicapo geometrico basato su incastri e colori. Ha frequentato la scuola superiore di “Beaux-Arts” e ho ottenuto il diploma come scultore. In seguito si iscrisse alla facoltà di Ingegneria di Budapest, dove nel 1967 si laureò come architetto.

Ma non sentendosi ancora realizzato, nel 1970 ottenne anche una seconda laurea, come designer, presso la sezione di design dell’’Accademia d’Arte”. A partire dal 1970 ha insegnato presso l’Università pianificazione e costruzione, architettura d’interni e design, studio delle forme e della geometria descrittiva.

Agli inizi del 1980 diviene editore di una rivista di enigmistica dal nome “…És játék”(“… e giochi”).In questo periodo il Cubo inizia a diffondersi anche internazionalmente, dando origine ad una “mania”che fa del rompicapo in assoluto il gioco più venduto del periodo.

Nel 1983 crea il Rubik-Studio, per la progettazione di mobili e giochi. Nel 1990 diventa presidente dell’Accademia di ingegneria d’Ungheria. Nell’ambito della stessa crea la “Fondazione Rubik”, per promuovere giovani ingegneri e designer particolarmente dotati. Ad oggi si occupa dello sviluppo di videogiochi, di architettura e dirige ancora il Rubik-Studio.

I numeri del cubo:

  • 400 i milioni di pezzi venduti, un record per un “giocattolo”, considerando anche le imitazioni.
  • oltre 40.000 i video postati su YouTube per aiutare a risolverlo.
  • Il cubo più prezioso venne anche realizzato nel ’95 in oro, rubini, smeraldi e ametista, per un valore di un milione e mezzo di dollari.
  • I record di libri venduti venne battuto da un 12enne inglese di nome Patrick Bossert, il quale scrisse “You can do the Cube” nel 1981, riuscendo a vendere in tutto il mondo 1,5 milioni di copie.
  • Un quinto della popolazione mondiale, e cioè oltre 1 miliardo di persone, è la percentuale che ci ha giocato almeno una volta negli Anni 80.
  • Sono 43 i miliardi di miliardi di combinazioni possibili del cubo nella versione più difusa, quella 3x3x3 (54 quadrati totali di 6 colori diversi: blu, giallo, verde, rosso, bianco e arancione). Numero troppo lungo per visualizzarlo in grande, come facciamo di solito, ma possiamo trascriverlo qui: 43.252.003.274.489.856.000. Dificile da leggere per un adulto, figuriamoci per Yi Hui, cinesino di 3 anni, il più giovane a risolvere il cubo in un torneo: nel 2011, allo Shenyang Open, impiegò 2 minuti e 43 secondi.

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L’olandese Mats Valk, nel marzo 2013, all’Open di Zonhoven in Belgio, ha impiegato 5,55 secondi per risolvere il cubo 3x3x3, facendo un recod mondiale di fermare il cronometro .

Tra gli altri primati: l’indonesiano Fakhri Raihaan ci è riuscito in 27 secondi e 93 centesimi con i piedi; il polacco Marcin Zalewski in 23,80 secondi bendato. Funziona così: il tempo parte quando il cubo viene mostrato al concorrente che lo studia, si mette la benda, lo “lavora” e quando pensa di averlo risolto dice al giudice.

Minh Thai, studente vietnamita di Los Angeles, vinse il primo campionato del mondo 1982 con un tempo di 22,95 secondi. Ancora oggi si svolgono i Campionati del Mondo nei quali i concorrenti, che giungono da ogni parte del pianeta, si sfidano nel ricomporlo.

La struttura del cubo di Rubik è conosciuta a tutti: si tratta sostanzialmente di un cubo con un lato di 5,7 cm, in cui ognuna delle 6 facce è composta di 9 caselle. Ogni faccia ha un colore diverso ed il cubo è composto da 26 piccoli cubetti che possono cambiare di posizione.

Scopo del gioco è quello di “risolvere” il cubo, ovvero arrivare a mettere ogni casella dello stesso colore sulla stessa faccia, partendo da una situazione in cui le caselle sono in disordine. Spiegato così il gioco sembra semplice, in realtà non lo è affatto: Graham Parker, un muratore britannico di 45 anni, potrebbe essere il detentore del record opposto.

Sono stati 26 gli anni impiegati da lui, infatti, per venire a capo del cubo. L’aveva comprato nel 1983, quando ne aveva 19; l’ha risolto a 45, nel 2009. Nel frattempo si era sposato e aveva fatto 3 figli. Ha perso eventi importanti, ha quasi mandato all’aria il matrimonio (la moglie Jean ha detto: «Eravamo sempre in tre, io, lui e il cubo»), si è rifutato di trovare la soluzione sul web, ha calcolato di aver passato 27.400 ore con quel rompicapo. «Quando ci sono riuscito, ho pianto».

20 il numero record di mosse per risolvere il cubo standard: lo ha stabilito il giapponese Tomoaki Okayama nel 2012 negli Open della Repubblica Ceca a Pardubice. A tale ardua impresa riuscì mettendo in pratica il risultato di uno studio (durato 15 anni) di alcuni ricercatori di Palo Alto, in California, studio pubblicato sulla rivista New Scientist che indicava appunto in 20 il numero massimo di mosse suficienti per trovare la soluzione. Quando è uscita la rivista, nel 2010, il record – dell’ungherese Istvan Kocza – era a quota 22.

Si usano diversi metodi per risolvere questo rompicapo. Il più famoso, ma anche uno dei più usati dai partecipanti alle competizioni di speedcuping, è il metodo Fridrich, creato da Jessica Fridrich agli inizi degli anni ottanta. Sicuramente non è il metodo più complesso in assoluto, ma di fatto non è un metodo adatto ai principianti. Consiste nella memorizzazione ed esecuzione di 4 fasi e ad eccezione della prima, per ricomporre il cubo bisogna memorizzare un totale di 119 algoritmi.