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Il divorzio secondo la legge indù

divorzio secondo la legge indù

Nella cultura induista, il divorzio è ancora considerato una pratica peccaminosa, nonostante sia stato accettato e formalizzato per legge. Vediamo quali sono le situazioni in cui è possibile chiedere il divorzio.

L’induismo è una delle religioni più diffuse e antiche al mondo, che conta quasi un miliardo di fedeli solo in India. Tra gli aspetti fondamentali della società induista, il matrimonio svolge un ruolo chiave. L’induismo considera il matrimonio un dovere sacro, i cui obiettivi principali sono la procreazione e la continuazione della stirpe. Gli indù credono che il matrimonio sia un patto sacro, un vincolo che non può essere spezzato per motivi egoistici. Il divorzio, di conseguenza, è concesso solo sotto circostanze particolari ed è un percorso davvero estenuante.

Il divorzio secondo la legge Indù

L’Hindu Marriage Act del 1955 contiene alcune delle ragioni considerate accettabili perché una coppia indù possa divorziare. Innanzitutto, entrambi gli sposi possono chiedere il divorzio. Le motivazioni valide per richiederlo sono l’infedeltà sessuale, l’abbandono avvenuto da almeno due anni e la violenza fisica. Anche malattie come la lebbra, l’instabilità mentale e altre malattie contagiose, sono motivi validi per divorziare. Le donne possono chiedere il divorzio se il marito è colpevole di stupro o sodomia durante il matrimonio. Una donna può, inoltre, porre fine al matrimonio prima di compiere i 18 anni, se si è sposata prima dei 15.

Limitazioni al divorzio

Il divorzio secondo la legge Indù non può essere chiesto né dalla donna né dall’uomo prima che sia passato almeno un anno dal matrimonio. In caso di divorzio consensuale, la coppia deve dimostrare di aver vissuto separata per un anno e di non poter vivere insieme pacificamente. Entrambi devono presentare una mozione in tribunale, prima che la petizione sia schedata. Devono poi aspettare sei mesi prima che la petizione sia presa in considerazione, ma non più di 18 mesi. La petizione deve contenere la o le ragioni del divorzio. Queste ragioni, però, devono comparire necessariamente tra le motivazioni definite accettabili nel Marriage At del 1955. La petizione deve anche specificare se il divorzio è consensuale o meno e deve essere basata su fatti testimoniabili. La persona che presenta richiesta di divorzio deve, infatti, riuscire a provare le mancanze dell’altro.

L’avvenuto divorzio

Dopo che la petizione viene schedata e la mozione viene presentata, la Corte distrettuale può accettare e portare a termine il divorzio. Le procedure devono tenersi nel tribunale della giurisdizione dove il matrimonio è stato celebrato o, in alternativa, nel tribunale del luogo in cui le parti risiedono. Dopo che il divorzio è stato completato, le due parti possono risposarsi se nessuno si oppone al futuro matrimonio. Nonostante la religione induista abbia formalizzato la possibilità di divorziare, l’atto è tuttora malvisto. Il divorzio secondo la legge Indù, benché compreso in alcune circostanze, è ancora considerato un peccato e la vita può essere difficile per i divorziati che vivono in una comunità.