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Immigrazione, aumentano le richieste di protezione internazionale

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Immigrazione, aumentano le richieste di protezione internazionale in Italia. Secondo i dati, nel 2017 sono aumentate del 44% rispetto allo scorso anno.

Aumenta sempre di più l’immigrazione in Italia, e con essa le richieste di protezione internazionale. E’ un dato molto significativo, che porta a riflettere. Nei primi sei mesi del 2017 le richieste di protezione internazionale hanno raggiunto il notevole numero di 77.449, che equivale al 44% in più rispetto allo scorso anno. Queste domande giungono in particolar moda da nigeriani e bengalesi. Già nel 2016, rispetto al 2015, si era registrato un aumento del 47%. Se non si trova una soluzione seria e definitiva, sarà sempre peggio.

Immigrazione in Italia 2017

I dati, nonostante un calo del 31% rispetto allo scorso anno, sono comunque allarmanti. Dall’inizio dell’anno fino al 31 ottobre, sono sbarcati nel nostro paese 110.705 persone. La maggior parte di queste persone vengono dalla Nigeria (il 17%), Guinea (9,3%), Bangladesh (9%) e Costa d’Avorio (8,8%). Non è certo un caso, quindi, che la maggioranza delle richieste di protezione internazionale giunge da nigeriani e bengalesi. A fare questa domanda possono essere tutti gli stranieri che vengono da gravi situazioni di persecuzioni, tortura o guerra, che ne motivino la fuga. E’ sufficiente giungere anche in modo irregolare e senza documenti (vicenda che ragionevolmente può essere innescata dalla situazione i patria).

Al momento della domanda, all’immigrato sarà dato un domicilio dove saranno inviate tutte le comunicazioni e gli appuntamenti. Poi dovrebbe giungere un attestato nominativo, in attesa del permesso di soggiorno, che dovrebbe arrivare nel giro di un mese. La Questura deve effettuare dei controlli, e verificare che lo Stato italiano sia competente ad esaminare la domanda. Non devono sussistere gli estremi per un trattenimento nei CIE o l’accoglienza all’interno dei CARA. Il prefetto deve stabilire un’area entro cui i richiedenti possono muoversi.

Immigrazione in Europa

Nel resto del continente europeo, gli sbarchi via mare hanno portato ben 143.111 immigrati. Le coste maggiormente coinvolte sono quelle della Grecia e della Spagna. Ancora oggi è chiaro che l’Europa non ha trovato una soluzione a questo problema, che comunque è difficilissimo. E il tema dell’immigrazione infiamma l’opinione pubblica da diversi anni. Le posizioni inconciliabili tra gli stati dell’Unione Europea complicano ulteriormente la questione. L’unica linea comune sembra essere quella di lasciar fuori il maggior numero di immigranti possibile, limitandone il flusso. La Turchia, in seguito ad un accordo, sta facendo da muro per i migranti iracheni, siriani, afghani e pakistani. L’Italia, invece, ha siglato un accordo a febbraio con la Libia, poi rafforzato a luglio, al fine di ridurre i flussi di partenza dalla stato del nord Africa.

E’ ovvio, però, che queste non sono le giuste soluzioni, che favoriscono sfruttamenti e la delinquenza. Più che mai l’Europa deve essere unita, ed ognuno, ogni stato, deve essere pronto a fare la sua parte, perché nel 2017, col 2018 alle porte, non si può pensare solo a se stessi, quando ormai da tempo molte cose hanno raggiunto una dimensione globale, che coinvolge interamente il mondo.