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Inchiesta spese, a giudizio 16 ex consiglieri: accuse di reati per corruzione

Inchiesta

I sedici consiglieri regionali del Pd del Lazio coinvolti nell'inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari sono finiti a giudizio

Tutti e sedici gli ex consiglieri regionali del Partito Democratico del Lazio, compreso anche l’attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, sono finiti a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che riguarda la gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari.

Inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari: a giudizio sedici consiglieri

I sedici consiglieri regionali del Pd del Lazio coinvolti nell’inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari sono finiti a giudizio. Tra i soggetti coinvolti c’è anche l’ex capogruppo e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino.

La decisione è stata presa dal Gup Alessandra Boffi, la quale ha accolto le richieste da parte dei pm Alberto Pioletti e Laura Condemi. Sono diversi i reati contestati agli ex consiglieri, in base alla loro posizioni. In generale, comunque, le accuse sono di peculato, abuso d’ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e infine truffa.

Tra gli altri soggetti rinviati a giudizio troviamo anche Giancarlo Lucherini, Bruno Astorre, Claudio Moscardelli, Francesco Scalia, Daniela Valentini, Marco Di Stefano ed Enzo Foschi.

Il processo inizierà il prossimo gennaio

Il processo prenderà il via il prossimo 22 gennaio davanti ai giudici dell’ottava sezione penale del tribunale per i reati elencati in precedenza.

In una nota della Procura sulla vicenda viene spiegato il ruolo che svolgevano questi ex consiglieri finiti a giudizio: “Omettevano di compiere la selezione dei candidati e conferivano incarichi privi delle conoscenze professionali richieste dalla legge, così intenzionalmente procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale alla vasta platea di collaboratori, nonché ai singoli consiglieri”

In particolar modo, i fatti contestati risalgono ad un periodo di tre anni che va dal 2010 al 2013 e fanno riferimento all’utilizzo di determinati fondi regionali usati anche per l’acquisto, che in realtà non è mai stato effettuato o comunque non riscontrato, si alcuni servizi da parte delle società coinvolte.

Ad alcuni individui, come ad esempio Claudio Moscardelli, è stato contestato il reato di abuso d’ufficio per quanto riguarda l’assunzione di alcuni collaboratori, che sono costati alla Pisana oltre un milione e mezzo di euro.

Secondo gli inquirenti, questo personale doveva essere pagato direttamente dai consiglieri con i loro contributi e non con quelli del gruppo che sarebbe stato ingaggiato senza alcuna selezione pubblica. Moscardelli, nel frattempo, difeso dall’avvocato Renato Archidiacono, ha dichiarato di non aver commesso alcun tipo di illecito e ha anche annunciato di voler essere giudicato con il rito abbreviato.

Ad altri imputati, invece, viene contestato il peculato per il denaro concesso ad alcune associazioni.